Lettera aperta: a Venezia “lo spettacolo delle macerie, le macerie dello spettacolo”


L’Aquila – (di Emidio Di Carlo, critico d’arte e giornalista indipendente) – Il territorio aquilano devastato dal sisma del 6 aprile 2009 ha trovato spazi nella “12. Mostra Internazionale di Architettura” e nella “67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica” di Venezia.
Una prima valutazione farebbe pensare che la vetrina internazionale porterebbe dare dei frutti nella ricostruzione. In verità l’impressione è di essere di fronte al solito “spettacolo” mirato, con interessi diversificati, dalle macerie alla politica o dalla politica alle macerie o, in termini più chiari, dallo “spettacolo delle macerie” alle “macerie dello spettacolo”.
La “Biennale Architettura” ha offerto il luogo ideale per riflettere sulle “macerie”. Le immagini delle stesse, proposte al Palazzo Ducale, sono state costruite per una mostra nella quale il “bello” e l’interesse per la fotografia hanno sovrastato, sul piano tecnico-creativo, la realtà visiva, ovvero quel “Verismo” di Scuola Napoletana che tanti abruzzesi hanno bene immortalato sulle tele (Patini, Michetti, Pellicciotti, ecc..). Un esempio? Una gigantografia inquadra Via Svizzera (località Pettino): mostra le macerie e la linea delle villette a schiera sulla destra al buio completo, lascia al restante “moncone” illuminato dell’edificio rimasto in piedi (una sorta di “immota manet” dopo l’incidente sul lavoro di oltre un anno fa) la “bella vista in prospettiva”. Da aggiungere: nessun rappresentante del Comune di L’Aquila, della Regione e della Provincia hanno partecipato all’inaugurazione dello specifico evento collaterale veneziano; al di là dei soliti patrocini che non vengono mai rifiutati specie se richiesti dagli amici o dall’esterno del capoluogo.
Ben diversa immagine e presenza è, invece, quella che gli amici dell’Associazione “Gruppo Giovani Fotografi” di Spilimbergo hanno proposto in un altro evento della “Biennale” curata dall’architetto Kazuyo Sejima, nella sala polivalente “Nardocci” Dorsoduro (ESU Venezia). Allo”spettacolo delle macerie” si è preferito la proposta sul tema “Oltre il giardino / il Giardino globale”; con il Circolo Culturale SpazioArte e il periodico “abruzzo az60” rappresentati dal direttore artistico come artista e critico d’arte. Nella circostanza non sé levato alcun “piagnisteo” sulle macerie. Il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo è risultato importante e discreto, senza spettacolo.
Eccoci alla Mostra Cinematografica. Quì le “macerie dello spettacolo” sono tornate in “voga”. Grazie ad un cortometraggio realizzato dagli studenti dell’Accademia dell’Immagine, il “mago” Gabriele Lucci si è fatto accompagnare dal Presidente della Giunta Chiodi che dalla ribalta internazionale dei media, ha “sensibilizzato” l’attenzione del mondo della “Biennale Cinema” sullo “spettacolo delle macerie”.
Vi sarebbero altre, troppe cose da raccontare sulla nuova trasferta veneziana. Ad esempio quanto letto nel Padiglione Italia. Davanti ad uno dei tanti plastici di “quartieri urbani”, ecco il fac-simile delle “palafitte” del “Progetto C.A.S.E.” costruite nell’area aquilana all’indomani del terremoto”. Il costo indicato: 1000 euro a metroquadro. Ripensando al dibattito nel capoluogo c’è da chiedersi: è vero o è falso?


16 Settembre 2010

Categoria : Cultura
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