Terremoto, scema l’intensità , meno radon – Però prudenza e nessuno si illuda
L’Aquila – I terremoti non si possono prevedere (predire però sì, approssimativamente), e neppure se ne può prevedere il totale esaurimento energetico. Gli sciami seguono sempre (almeno lungo l’Appennino) le scosse principali, che a loro volta vengono – ma non sempre – precedute da tremori anche perduranti. Durante uno sciame sismico, si possono avere scosse anche intense, e nessuno può garantire che non vi saranno scosse forti. Accadde in Friuli (alcuni mesi dopo il terremoto forte), accadde in Umbria (pochi giorni dopo il terremoto forte). Acquisite tali certezze, sulle quali sono d’accordo scienziati californiani, giapponei, greci, cinesi, russi e italiani, i più esperti del mondo (per forza, convivono con i terremoti), si possono dire altre cose.
Le diremo, senza pretendere di esporre scienza ufficiale, e soprattutto senza pretendere di dare rivelazioni. Prima di tutto, facciamo pulizia di coloro che diffondono voci allarmistiche, falsi allarmi, dicerie, invenzioni di menti malate, e così di seguito. Restiamo tra scienziati, studiosi e ipotesi accettabili.
Il terremoto aquilano, come dimostra il bollettino dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sta rallentando sia la frequenza delle scosse, sia la loro intensità misurata in scala Richter. Tale scala indica l’intensità in magnitudine locale e magnitudine di momento. La prima, in sigla ml, dà valori rilevati dai sensori sul luogo del sisma, dunque direttamente coinvolti. L’altra dà valori rilevati da apparecchiature dislocate nel mondo. Spesso c’è discordanza tra i differenti valori attribuiti ad un medesimo fenomeno, ma si dà attendibilità maggiore alla magnitudine locale ml. Nel caso dell’Aquila, ml 5,8, mw 6,3. La prima è stata riconosciuta e confermata dal recente convegno mondiale di sismologia tenutosi a L’Aquila.
In questi giorni, i terremoti rilevati sono stati meno numerosi. Parliamo di quelli che le persone avvertono, quindi i più “forti”. Niente ci garantisce che le manifestazioni sismiche siano però finite. L’andamento è in decrescenza, benchè – ricordiamolo sempre – le apparecchiature registrino ogni giorno, ancora adesso, molti movimenti sismici non percettibili per l’uomo. Per alcuni animali, invece, sì. Infatti, le mucche continuano a dare meno latte.
Poichè ci pare giusto non avere pregiudizi, il nostro Christian Derosa ha voluto oggi parlare con Giampaolo Giuliani, il tecnico aquilano ormai notissimo come studioso, da anni, a titolo privato, di precursori sismici. Giuliani è convinto che uno di tali precursori sia il gas radioattivo radon che emerge dal sottosuolo: un fenomeno del tutto naturale, particolarmente intenso e ben noto lungo la Ruella di Tornimparte. Quando vi sono picchi di emissioni di radon, sostiene Giuliani, è in arrivo una perturbazione sismica. Così è stato, secondo lui, nel periodo tra gennaio e aprile 2009. Adesso come va? Giuliani dice: “Il malato è in via di guarigione”. Le emissioni di radon sembrano tornate ai livelli di prima di aprile, livelli del tutto normali. Giuliani ha diritto di esprimere le sue opinioni ed ha dedicato onestamente anima e cuore ai suoi studi. Non sarebbe obiettivo non tenerne conto. Ma egli stessi ha sempre avvertito: “Io non faccio previsioni, e se le facessi, non le renderei note”. Nessun allarmismo, quindi, e di conseguenza, nessun sospiro di sollievo. La natura tiene gelosi i suoi segreti: se la scienza riuscisse a carpirle quelli sui terremoti, lo farebbe volentieri. Finora non ci è riuscita. Volete un’opinione del cronista, che di terremoti sa qualcosa come cronista e come studioso dilettante? Nessuno al mondo sa a sufficienza di questo fenomeno, almeno fino ad oggi. Merita rispetto chi studia, cerca, prova, come Diogene con la lanterna. (G.Col.) (nella foto la Faglia di S.Andrea in California)
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