“Sopra il cotto l’acqua bollente”
Ofena – PIANO SVILUPPO RURALE, DOVE SEI? – Scrive Dino Rossi, Cospa Abruzzo: “Sopra il cotto l’acqua bollente Un vecchio detto che calza perfettamente con la situazione abruzzese dovuto al sisma del 6 aprile e al ritardo dei bandi del PSR. Il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo si trova indietro di tre anni, con l’aggravio di perdere 10 milioni di euro dovuto alla mancanza di personale e alla mala organizzazione da parte del nuovo dirigente ex direttore dei trasporti. Insomma, la nostra Regione seguita a rimanere fanalino di coda per il susseguirsi di vicende giudiziarie di politici corrotti, per il terremoto, per la mancanza di personale e quei pochi impiegati rimasti, sono poco qualificati. Oltre a questo, si aggiunge anche l’ostruzionismo da parte dei sindacati dei lavoratori che non permettono la mobilità interna, come lo spostamento degli impiegati dell’ARRSA all’assessorato all’agricoltura. Le pratiche arrivano in soffitta e secondo quanto riferito da Radio stalla, a smaltirle, ci sono due ragazzi inesperti che vanno a rilento, difficilmente riusciranno ad aprire gli altri bandi compreso la misura 126 che comprende i danni del terremoto.
Tutto dovrà essere fatto prima del 31 dicembre, altrimenti i finanziamenti torneranno indietro a beneficio dei nostri colleghi degli stati membri, che nemmeno ci ringrazieranno.
Secondo la più ascoltata emittente agricola, l’unica consolazione è che a perdere i fondi non è solo l’Abruzzo ma tutto il centro sud per un importo pari a 1 miliardo di euro. Mica bruscolini!!!! Mentre il nord è una macchina da guerra nell’utilizzo dei fondi UE, tanto che la provincia di Bolzano si trova in anticipo di circa tra anni. In poche parole, i fondi dalla UE vanno direttamente nei conti correnti dei nostri colleghi nordisti, mentre noi sudisti abbiamo solo promesse e un mucchio di carte senza valore, visto che non si tratta di banconote. I mali non vengono mai da soli se si considera il mancato reddito dovuto all’elevato aumento delle spese di gestione e ai prezzi bassi dei prodotti, i danni da fauna selvatica non ancora rimborsati, l’ubicazioni delle aziende nei confini dei parchi, costrette a sfamare i lupi con i vitelli, i cinghiali con i raccolti, ci mancavano i pochi impiegati in assessorato poco esperti: ecco spiegato il motivo per cui l’agricoltura del sud è la prima a risentire dalla crisi. Lo scorso dicembre il Cospa Abruzzo ha partecipato con un buona presenza di mezzi e uomini alla mobilitazione organizzata da Altragricoltuta, alle porte di Roma per portare all’attenzione al Ministro dal pollice verde, Luca Zaia, lo stato di crisi, ma sembra che qualcosa tra noi sia andato storto, visti i risultati. Forse qualcuno ci ha venduto!!!!! Per non parlare dell’attuale Governatore del Veneto al quale premeva finanziare il MACITLY, invece di risolvere i problemi dell’agricoltura del sud. Dobbiamo ritrovare la forza di riorganizzarci tra di noi, togliere le mele marce e colpire chi non è in grado di fare il proprio dovere, associazioni di categoria in primis, in quanto il modo agricolo, quello che vive solo di terra, pensa che si stiano vendendo l’agricoltura per la salvaguardia della loro poltrona. Lo dimostra le ultime mobilitazioni fatte, in quanto a partecipare vi erano i vecchi militanti, impiegati delle associazioni, pensionati e due pecore acquistate, perché i veri contadini in questo periodo sono in piena attività agricola, lasciare i campi adesso, vuol dire suicidarsi.
Se tutto va bene, siamo rovinati!”.
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