“Gli occhi sulla città”
L’Aquila- Si è concluso il workshop sugli audiovisivi “Gli occhi sulla Città” a cui hanno aderito alcuni filmaker dell’Aquila, organizzato nell’ambito della Festa Democratica della Cultura (7/12 settembre 2010); un laboratorio pensato per riflettere su come raccontare la città ferita dal terremoto che ostinatamente, ma faticosamente, vuole guardare e immaginare un futuro.
Ognuno dei partecipanti infatti, nei mesi scorsi, ha prodotto individualmente cortometraggi, inchieste, video di fiction e documentari, attraverso il proprio punto di vista, su quanto è accaduto dal 6 aprile 2009 ad oggi. Questa è stata invece l’occasione per pensare e realizzare un racconto collettivo per immagini, in cui far intersecare le differenti sensibilità visive.
I filmaker hanno poi potuto confrontarsi con i registi, ospiti della Festa Democratica, Paolo Virzì e Francesca Archibugi su quanto prodotto, raccogliendo consigli e sollecitazioni per quello che è sicuramente un work in progress, un primo risultato da perfezionare e su cui riflettere, ma che ha in sé la forza di un’urgenza espressiva.
Ad esempio Silvia Consales ha scelto di usare i toni della fiaba, mostrando una bambina che gioca sullo sfondo di luoghi e personaggi allo stesso tempo surreali e drammaticamente veri; Salvatore Diodato si è soffermato sulle parole di Italo Calvino da “Le città invisibili” accompagnandole con immagini di grande suggestione visiva che nascondono la desolazione di spazi divenuti non-luoghi; Luca Cococcetta ha voluto fissare lo smarrimento e la dilatazione della percezione temporale di chi è stato sradicato dalla propria casa; Diego La Chioma ha raccontato la storia di un giovane operaio nella “città-cantiere permanente” e di giornate scandite tra il lavoro e il bancone di un bar; Francesco Paolucci e Mauro Montarsi hanno amplificato il disagio dato dall’overdose di immagini subita nell’ultimo periodo dalla città dell’Aquila e percepita con particolare acutezza da chi queste immagini è anche chiamato a “produrle” per la sua professione; Peter Ranalli infine si è interrogato sull’effetto “centrifugo” prodotto dal terremoto sui cittadini e sul territorio. Hanno poi collaborato Alessia Moretti e Agnese Porto per l’organizzazione e Giancarlo Tiboni e Andrea De Petris per la composizione delle musiche.
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