Soldi bloccati, uno scandalo senza fine
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – SUPERATO OGNI LIMITE DI SOPPORTAZIONE – Autonoma sistemazione, niente soldi. Albergatori, niente soldi. Imprese, niente soldi. Comune dell’Aquila schiacciato dall’enorme sforzo di dover anticipare ben 25 milioni. Ricostruzione, tutto fermo. Sostegni alla scuola, non se ne parla (l’Abruzzo è l’unica regione a dire di no). Risorse per ricostruire edifici pubblici e monumenti: soldi o assenti, o insufficienti. Da ogni parte, giungono segnalazioni, talvolta disperate, che sollecitano erogazioni di risorse. Se un sindaco è costretto a chiedere aiuto, ad attapinarsi di fronte al capo dello Stato, siamo in pericolo: vuol dire che a valle non funziona più niente, leggi e diritti sono in frantumi, la tolleranza dei cittadini diviene disperazione e sfiducia nelle istituzioni.
Roma risponde invariabilmente che i soldi previsti, li ha stanziati. I destinatari non li ricevono. Dove sono in realtà questi soldi, se è vero – non siamo costretti a crederci – che lo Stato li ha erogati?
I soldi sono, in quasi tutti i casi, bloccati da qualche parte. Esemplarmente drammatica la situazione delle risorse per l’autonoma sistemazione, che migliaia di terremotati aspettano da mesi e mesi, e ci sono, in realtà: pare che siano bloccati nelle procedure di erogazione dalle parti della Regione Abruzzo.
Un giornalista per mestiere cerca spiegazioni e verità nascoste, che sono quasi sempre celate in quanto scomode per qualcuno. Nel caso dei soldi per i terremotati, abbiamo impiegato molto tempo e un’infinità di telefonate e consultazioni di responsabili (veri o presunti). Quasi sempre, viene fuori che le spiegazioni fornite (con identità protetta) sono contraddittorie, astruse, e soprattutto menzognere e smentite regolarmente da qualcuno in qualche ufficio. Quando sembra di essere arrivati a colui che la verità dovrebbe saperla, quel qualcuno sfugge, si nega, rimanda oppure chiaro e tondo dice di non essere autorizzato a parlare. Tanto meno con i giornalisti, che notoriamente sono una “vil razza dannata”, come insegna sopratttutto il capo dei capi, Silvio Berlusconi.
La verità non riesci ad appurarla. la variegata camarilla delle fonti ufficiali fornisce solo un velo confuso, parvenze di spiegazioni. Vieni alla conclusione che i meccanismi burocratici richiedono tempi smisurati, lunghissimi, specie quando in mezzo capita il mese delle ferie: agosto. Soffocante, asfissiante burocrazia, come l’hanno definita gli imprenditori dell’associazione costruttori.
E le banche? Non hanno alcuna fretta. Presso di loro finiscono con il giacere risorse ingenti, che nessuno tra le casseforti ha fretta di sfornare dai depositi per l’erogazione reale a chi ne ha diritto. Ecco che tutto appare più chiaro: una micidiale alleanza tra politica (impotente di fronte alla burocrazia, che la domina) e potere economico, che blocca, ferma, inchioda e beffeggia chi attende il dovuto. La deboscia negli improduttivi. la congiura più potente che sempre alligna in questo paese gesuitico, molliccio, irresoluto e complice. Dei peggiori, naturalmente. Tanto, si sa, chi ha bisogno finisce sempre per chinare la testa, raccomandarsi, rendersi succube. Costretti all’umiliazione dalla necessità di risorse, negate per tempi insostenibili.
Questo è – piaccia o non piaccia a chi sta dietro scrivanie sontuose – lo scenario più realistico, e se non è così, chi lo nega, lo dimostri con i fatti. Certo è che decine di migliaia di persone che aspettanto quanto è loro dovuto, hanno superato i limiti della sopportazione e della pazienza. Un brutto, bruttissimo segno che non lascia presagire un futuro incoraggiante.
(Nelle foto: non c’è più denaro da anticipare – La burocrazia proterva e asfissiante)
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