I numeri della crisi: un piano per il lavoro
Pescara – IL SINDACATO PREOCCUPATO PER LA CASSA INTEGRAZIONE DILUVIANTE – Scrive Sandro Giovarruscio per la segreteria regionale CGIL (nella foto) : “I dati relativi alla cassa integrazione in Abruzzo preoccupano fortemente la Cgil regionale. Nel periodo gennaio-agosto 2010 l’Inps ha autorizzato 21.052.949 ore di cassa, soltanto 320 mila in meno rispetto all’anno precedente. Inoltre le persone che hanno beneficiato della cassa integrazione sono state 15.212, rispetto alle 15.446 che ne hanno usufruito nel periodo precedente.
Per quanto riguarda le varie zone della nostra regione, la provincia più in difficoltà è quella di Teramo con 9.103.254 ore, di cui 6.693.593 ore di cassa integrazione straordinaria nel settore industriale. Un dato quest’ultimo sicuramente allarmante per il futuro del sistema industriale teramano, che da sempre rappresenta uno dei principali poli abruzzesi.
Nelle altre province di Chieti, Pescara e L’Aquila sono state autorizzate rispettivamente 5.570.907, 1.691.044 e 4.687.744 ore.
Nella provincia aquilana si registra il livello più alto si cassa integrazione in deroga, pari a 2.303.843 ore, della quali 1.641.742 nel settore del commercio. Queste ultime ore di cassa integrazione in deroga sono legate principalmente alla chiusura delle attività nel centro storico del capoluogo per effetto del terremoto.
Per quanto riguarda gli altri ammortizzatori sociali (indennità di mobilità, indennità di disoccupazione esclusa quella agricola) il numero dei beneficiari, sempre nel periodo gennaio-agosto di quest’anno, è passato da 14.237 a 15.115. L’aumento più considerevole si è verificato in provincia di Pescara.
Nonostante i segnali positivi registrati nell’ultimo periodo nella nostra regione (riguardanti l’aumento della produzione industriale, del fatturato e degli ordinativi), questi dati sugli ammortizzatori sociali dimostrano purtroppo che l’occupazione non è in ripresa.
Questa situazione pertanto deve spingere il Governo nazionale e la Regione a recuperare il tempo perduto, individuando strumenti e risorse per il rilancio dello sviluppo e soprattutto dell’occupazione. In quest’ottica è necessario che la giunta regionale avvii un confronto con le forze sociali, gli enti locali, le università e tutti i soggetti interessati allo sviluppo del nostro territorio che porti alla realizzazione di un “Piano per il lavoro”.
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