Sindacati su piano sociale


Pescara – In una nota congiunta Le organizzazioni sindacali FNP-CISL (Lucio De Mattheis), SPI CGIL (Giovanna Zippilli), UILP-UIL (Giovanni Orsini) riaffermano, come viene ribadito nelle linee guida, “il valore della Legge 328 del 2000, che ha portato nel territorio attraverso i piani di zona e gli ambiti territoriali una risposta ai bisogni sociali delle persone e delle famiglie svantaggiate, iniziando il discorso sui livelli essenziali di assistenza, pur tenendo presente che in Abruzzo la 328 era stata anticipata con l’approvazione del 1° piano sociale.
Nello stesso tempo i sindqacati riaffermano la necessità della integrazione socio sanitaria, partendo dal rispetto del cronoprogramma del piano sanitario regionale e dall’obiettivo del piano sociale regionale vigente con la integrazione territoriale tra ambiti sociali e distretti sanitari la cui realizzazione deve avvenire entro il 31 12 2010 , come già definito dai documenti programmatori della Regione Abruzzo.
Bisogna però osservare che l’analisi che si propone nel documento appare poggiata su dati vecchi relativi al 2007 e quindi non inclusivi dei fenomeni verificatisi fino ad oggi e quindi non comprendenti gli effetti derivati dalla crisi economica e dal terremoto. Le OO.SS osservano che prima di procedere a qualsiasi stesura di bozza di piano sociale regionale vadano presentati i documenti relativi all’analisi dei bisogni e alla verifica della realizzazione degli obiettivi previsti dal piano sociale regionale precedente 2007/09.Si fa presente che più volte le OO.SS. hanno richiesto la rendicontazione e i bilanci sia dei fondi che della realizzazione dei servizi svolti, affinchè gli interventi delle istituzioni potessero, oltre che monitorare , programmare gli interventi da svolgere o da rimodulare per soddisfare i bisogni delle popolazioni.
L’assessorato non ci ha mai fornito i dati richiesti.
In questo momento emerge una situazione di estrema confusione in merito al piano di finanziamento per il 2010 e per la non erogazione agli ambiti dei conguagli dei finanziamenti previsti per il 2009, per cui si assiste , oltre che al dimezzamento dei fondi a livello nazionale ,anche all’azzeramento di quelli regionali, con cui andava finanziata la spesa ordinaria; pertanto questa situazione ha determinato e sta determinando una forte difficoltà per gli enti erogatori con la conseguente drastica diminuzione dei servizi e con la rimessa in discussione dei livelli essenziali di assistenza.
Un’interrogazione che ci poniamo è del perchè siano escluse completamente le problematiche e i bisogni derivanti dalle conseguenze di un terremoto devastante come quello che abbiamo avuto in Abruzzo .Infatti riteniamo che sia nelle linee guida che nel futuro piano sociale regionale tali problematiche debbano essere fortemente presenti, visto lo sradicamento delle persone, la forte mobilità tra territori e il forte peggioramento delle condizioni socioeconomiche di un intero territorio, che si protrarrà per anni e che coinvolgerà tutto l’Abruzzo.
Inoltre, proprio la mancanza di dati aggiornati, rimasti al 2007, esclude di fatto la riflessione sulla crisi economica e come stia già incidendo pesantemente sui redditi delle famiglie abruzzesi e come i livelli di povertà si stiano accentuando: c’è la una sensazione che in queste linee guida la povertà, la sofferenza il dolore e la difficoltà, che sono materia dell’ assessorato del sociale, non siano incontrati appieno, ma si ragioni come se ci fosse una responsabilità individuale nell’avere difficoltà e meno opportunità.
Si rileva che le politiche sulla inclusione sociale , che vengono poste come innovazione, verranno finanziate con fondi europei; e a tale riguardo si sottolinea come i rimandi alla strategia di Lisbona e alla Carta di Nizza debbano farci ricordare che molte di quelle politiche sono collegate a favorire il lavoro delle donne, anche attraverso l’implementazione di asili nido e di politiche per infanzia adolescenza e cura dei disabili.
Pertanto sinteticamente si pongono i seguenti punti nel confronto con l’assessorato:
1) priorità strategica dell’integrazione socio-sanitaria, che deve poggiarsi sull’immediata coincidenza ambiti e distretti, fatti salvi quei cambiamenti indispensabili nella zonizzazione che migliorino, invece di peggiorare, le condizioni di fruibilità dei servizi per gli abitanti;
2) punto preliminare è la sistematicità della erogazione delle risorse previste per i conguagli per l’anno 2009 e il rispetto delle quote e dei tempi di erogazione dei trasferimenti agli ambiti per il 2010 tenendo conto della grave situazione di difficoltà in cui versano e la consequenziale riduzione dei servizi in tutti i territori, realizzando un momento essenziale di chiarezza e trasparenza relativamente al piano finanziario 2010, elemento fondamentale per definire l’allocazione delle risorse del futuro del PSR;
3) presenza di una programmazione attenta per il territorio del cratere del terremoto, prevedendo anche forme di sperimentazione innovative per rispondere in maniera più adeguata ai nuovi bisogni emergenti;
4) la previsione all’interno del PSR di un minimo comune denominatore per la definizione dei regolamenti di ambito che consenta la universalità dell’accesso ai servizi anche attraverso forme di compartecipazione utilizzando il sistema di rilevazione reddituale Isee. Ciò per definire una uniformità su tutto il territorio regionale;
5) rivitalizzazione e potenziamento dell’Osservatorio regionale sulle politiche sociali sia nella direzione dell’utilizzo di personale sia sul fronte delle tecnologie;
6) potenziamento qualitativo e quantitativo dei Liveas;
7) all’interno delle politiche di inclusione sociale e per il benessere prevedere l’educazione permanente per gli anziani, attribuendo alla conoscenza e alla socializzazione un forte aiuto a combattere fenomeni di emarginazione e solitudine;
8) va mantenuto il sistema di relazioni sindacali già esistenti come affermato nei diversi piani sociali e con tavoli di confronto tra OO.SS. maggiormente rappresentative e assessorato;
9) definizione di una legge regionale per la non autosufficienza, come già realizzato in altre regioni tenendo conto della particolare incidenza dei non autosufficienti sugli anziani abruzzesi;
10) incontro congiunto con l’assessorato alla sanità per definire una corretta gestione d’avvio di una vera integrazione socio-sanitaria interrompendo i processi di spoliazione delle strutture territoriali in termini di servizi di personale e di tecnologie”.


11 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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