Lupo ferito soccorso dai parchi


lupo-ferito-e-curatoIsola del Gran Sasso – Ancora una storia sulla possibile amicizia tra l’uomo e il lupo si è verificata questa volta nel territorio di Amatrice, dove gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno preso in custodia un esemplare gravemente ferito la cui presenza era stata segnalata sulla via Salaria. Con l’ausilio di un agricoltore e di un veterinario della zona, il lupo è stato prontamente immesso in una cassa di trasporto e preso in custodia dal personale del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Si trattava di un giovane maschio di circa due anni, un individuo probabilmente in dispersione, vittima di investimento da parte di un’autovettura e successivamente aggredito da cani. Il lupo presentava numerose ferite lacero contuse da morso in tutto il corpo, uno stato generale di denutrizione con masse muscolari treno posteriore ipotrofiche e fratture dell’osso nasale e del radio e dell’ulna dell’avambraccio destro.
Il primo soccorso, così come la terapia ed il recupero dell’esemplare sono stati condotti dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con il fondamentale supporto del Parco Nazionale della Majella, che ha messo a disposizione i propri tecnici, strutture ed esperienza nella gestione del Lupo. Nei giorni scorsi sono stati osservati e valutati i progressivi miglioramenti nelle condizioni dell’animale che il 30 aprile, grazie alla collaborazione del prof. Amedeo Cuomo, ordinario di Chirurgia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, presso le stesse strutture di Lama dei Peligni, era stato operato alle fratture dell’avambraccio, con apposizione di un impianto di fissazione esterna che dovrebbe consentire un rapido recupero funzionale dell’arto.
«E’ la prima volta – sottolinea il Commissario Straordinario Arturo Diaconale – che la gestione di un lupo ferito sia condotta direttamente da professionalità interne ai Parchi e rappresenta pertanto un’esperienza significativa per la futura gestione di problematiche che, a causa della convivenza tra uomo e fauna selvatica in territori a forte antropizzazione, si presentano con sempre maggiore frequenza nell’area protetta. Come Ente siamo grati al Parco Nazionale della Majella per l’opportunità di tale fondamentale collaborazione».


20 Maggio 2009

Categoria : Cronaca
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