“Serve altro, non un nuovo commissario”


L’Aquila – Da uno dei movimenti cittadini riceviamo questo anonimo comunicato, che pubblichiamo solo per completezza di cronaca, rilevando che i movimenti e i comitati, per essere credibili, devono avere dei volti e dei nomi: “Mentre la ricostruzione è nei fatti ferma, si continua ad ampliare la catena di inutili ruoli dirigenziali – prima la Struttura tecnica di missione con Fontana, poi la commissione di grandi esperti, ora un altro vice commissario e una ipotizzata commissione interministeriale – e il tutto sarebbe per snellire la burocrazia della ricostruzione!
La preannunciata nomina di Antonio Cicchetti come vicecommissario alla ricostruzione svela senza più alibi e coperture quali sono gli interessi di potere in gioco nella grande partita economica della ricostruzione della città dell’Aquila e del cratere.
Partita nella quale appare sempre più palese la totale esclusione dei bisogni e degli interessi dei cittadini, per l’attuazione dei quali il primo passo da compiere è invece quello di uscire dalla logica del commissariamento.
Quella del Commissario è infatti una figura straordinaria, che ha ragion d’essere solo ed esclusivamente nell’emergenza.
Il processo della ricostruzione, lungo, articolato e complesso, deve invece essere frutto di pianificazione e di strategie politiche, economiche e sociali di cui solo le istituzioni elettive possono e debbono farsi carico.
Chiodi e Cialente, Presidente di Regione e sindaco dell’Aquila, hanno finora sommato nelle loro persone il ruolo di rappresentanti istituzionali e delegati governativi, incarnando in una stessa persona una figura autoritaria e una democratica, con la prima che ha sempre finito per prevalere sulla seconda.
Ma il presidente della regione e il sindaco sono già, in quanto tali, deputati alla ricostruzione per la quale hanno le necessarie competenze che possono, al più, essere ampliate secondo le necessità. Va dunque superato il commissariamento in quanto tale, di cui non si vede la necessità, mentre si stanno rivelando palesemente tutti i limiti.
Bisogna uscire dalla straordinarietà e rientrare nella gestione ordinaria, in cui leggi e regole certe, finanziamenti garantiti e costanti nel tempo diano la certezza dell’attuazione di un processo di ricostruzione che non si può basare sulla provvisorietà di ordinanze e trasferimenti di fondi, che arrivano col contagocce e in base anche alle convenienze del momento.
Per questo, l’assemblea del Presidio di piazza Duomo sta da tempo lavorando a una bozza di legge organica sulla ricostruzione, secondo processi decisionali adottati anche nel caso degli altri terremoti, in cui si è agito in base a leggi regionali e nazionali e a finanziamenti derivanti da misure fiscali straordinarie.
L’interesse dei cittadini è per una ricostruzione trasparente e partecipata, in modo che essi possano agire da protagonisti mettendo in primo piano i loro bisogni reali e l’interesse generale.
La proposta di un altro vice commissario va nella direzione opposta rispetto alla logica della ricostruzione partecipata e la figura prescelta per tale nomina, non solo non gode in nessun modo di un’investitura democratica, né ha alcuna competenza per l’incarico che dovrebbe svolgere, è – soprattutto – la meno adeguata a dare garanzie di tutela dell’interesse generale”.


09 Settembre 2010

Categoria : Dai Lettori
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