Uil su linee guida del Piano Sociale


Pescara- La Uil Abruzzo ha inviato all’Assessore regionale Gatti un proprio contributo, di cui riassumiamo i punti salienti.
PIANIFICAZIONE SOCIALE REGIONALE: da completare.
Bisogna recuperare la  mancata adozione di una legge regionale che recepisca la L. 328/2000 e sulla base di un’analisi socio-politica, oltre che geo-demografica, del territorio, disegni i Livelli Essenziali di Assistenza e definisca i criteri di gestione dei servizi e delle strutture assistenziali.
QUADRO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO: da aggiornare.
Manca un riferimento a fatti salienti avvenuti negli ultimi due anni come ad esempio il terremoto, che ha modificato profondamente il tessuto sociale ed economico dell’Aquilano, o la crisi della sanità abruzzese che rende inderogabile lo sviluppo delle politiche domiciliari. Gli stessi dati demografici riportati si fermano al 2007 quindi sono da considerare obsoleti.
POLITICHE ATTIVE DI PROTEZIONE ED OBIETTIVI DEL NUOVO PSR: integrazione socio-sanitaria, coincidenza Enti d’Ambito Sociali e Distretti Sanitari.
Chiediamo il rispetto della normativa nazionale in merito alla coincidenza numerica tra EAS e Distretti, convinti che ciò risponda a criteri di funzionalità e, quindi, all’interesse del cittadino. Si ribadisce l’importanza degli interventi a favore dell’inclusione sociale che passino, oltre che attraverso l’offerta di lavoro, anche per l’attivazione di servizi ad essa dedicati. Nel documento manca un riferimento all’integrazione socio-sanitaria, non solo per l’assistenza domiciliare, ma anche per la salute mentale e per le forme di dipendenza, nonché una precisa indicazione delle competenze e degli ambiti di azione di ciascun soggetto pubblico operante. È prioritario stabilire parametri e criteri di erogazione dei servizi, così come richiede la normativa nazionale, per garantire pari diritti su tutto il territorio.
POLITICA DELLA SPESA: integrare i criteri di distribuzione delle risorse, dare certezze per assicurare la continuità dei servizi.
È necessario rivisitare i criteri di distribuzione delle risorse, tenendo conto delle differenze tra i territori, considerando oltre a morfologia, numero dei residenti, dei nati e degli over 65, anche il tasso d’immigrazione e quello di povertà, il numero degli anziani che vivono soli, il numero dei disabili, il numero delle famiglie monogenitoriali e quello dei disoccupati etc. E’ necessario stabilire la percentuale di copertura della spesa per i Piani di Zona che si andrà a chiedere ai Comuni, la percentuale delle risorse regionali destinate al piano sociale rispetto alla spesa corrente e la funzionalità del ricorso al FSE affinché gli enti d’ambito, avendo fin dall’inizio dell’anno certezza dei tempi di erogazione delle risorse, garantiscano la continuità dei servizi.
LETTURA DEI DATI ANAGRAFICI ED ANALISI DEI BISOGNI: più dati e meno luoghi comuni.
Occorre ancora una volta rilevare una lettura sbagliata dei dati anagrafici relativi alla popolazione anziana e all’analisi dei bisogni che da questa lettura deriva. La realtà è che il territorio con maggior incremento di anziani è la Provincia di Chieti, e l’assunto secondo cui l’assistenza agli anziani è sentita soprattutto nelle zone interne piuttosto e poco sulla costa è sbagliata laddove si consideri che nelle aree interne esiste un tessuto sociale, amicale e familiare di tutela che non esiste sulla costa, dove, soprattutto nei grandi agglomerati, la solitudine degli anziani è maggiore. Infine, si ritiene che bisogna rilanciare il servizio di affido attraverso, oltre che le campagne di sensibilizzazione, le politiche di formazione e sostegno alle famiglie.


06 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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