ASM? “Cassa integrazione alla chetichella” -I lavoratori accusano chi li ha abbandonati
L’Aquila – Il ricorso alla cassa integrazione da parte dell’azienda ASM è avvenuto… all’ “assacrese”, come si diceva a L’Aquila, cioè all’improvviso e all’insaputa di chi doveva invece saperlo. Lo scrive il consigliere comunale Pierluigi Tancredi, secondo il quale “nel corso della riunione della I° Commissione Consiliare “Bilancio e Programmazione” è emerso che la Cassa Integrazione disposta dal C. di A. di ASM per alcuni dipendenti, è frutto dell’iniziativa autonoma di ASM; infatti la stessa non è stata concordata con il Comune di L’Aquila proprietario del 100% delle quote azionarie dell’Azienda”. Il Comune aveva disposto che non si dovesse far ricorso alla Cassa Integrazione almeno fino all’approvazione del Decreto del Governo Berlusconi allo scopo di verificare se lo stesso contenesse disposizioni per la copertura economica delle spese delle aziende partecipate. E’ emerso inoltre che le procedure del ricorso alla Cassa Integrazione sono state “approsimative e superficiali, senza aver concordato le medesime con le Organizzazioni sindacali ne’ aziendali ne’ territoriali e con le comunicazioni agli interessati attraverso telefonate o sms”.
Per Tancredi “a fronte delle ingenti spese sostenute da ASM Spa per la retribuzione di consulenti a vario titolo appare eticamente discutibile il comportamento del consiglio di amministrazione che ha riversato su alcuni dipendenti, già fortemente provati dalle vicende che hanno colpito la nostra Città, un ulteriore danno oltre a quelli già subiti. La tendenza di ASM di considerare i propri dipendenti persone da poter bistrattare a suo piacimento era già nota e più volte stigmatizzata anche durante i lavori del Consiglio Comunale ma questa volta nello svolgere tale azione il C. di A. ha dimostrato una mancanza di sensibilità e di capacità organizzativa che dovrebbe far riflettere molto circa la possibilità che lo stesso resti al proprio posto. Ringrazio l’Assessore Giangiuliani per la correttezza e l’onesta intellettuale che la contraddistingue e che ha dimostrato anche in questa circostanza asserendo davanti alla Commissione che ne’ lei ne’ la Giunta ne’ il Sindaco erano al corrente di tale scellerata decisione”.
(Ndr) – Se ciò che scrive Tancredi è vero, e non si può dubitarne, il Comune ha il dovere di chiamare l’ASM a rispondere delle proprie azioni immediatamente. Cosa di cui, francamente, si può dubitare, visto che troppo spesso si sceglie il bastone di velluto. Oppure l’occhio chiuso… Per i lavoratori, che anonimamente continuano a inviare sms a tutti accusando non si sa chi di averli abbandonati, c’è da dire che i loro silenzi e i loro anonimati non li aiutano. Se avessero fatto ricorso alla stampa, il problema sarebbe emerso e forse l’ASM avrebbe agito in modo meno assurdo e sotterraneo.
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