Aumenti pedaggi, no anche da CdS – Soddisfatti commenti Testa e Sospiri – CNA


L’Aquila – CHI AVEVA GLI ATTRIBUTI E CHI NO… – Le associazioni dei consumatori hanno reso noto questa mattina che il Consiglio di Stato ha confermato lo stop agli aumenti dei pedaggi su autostrade e raccordi autostradali dell’Anas previsto dalla manovra economica. Tra queste arterie l’asse attrezzato Pescara-Chieti, si ritiene negli ambienti dei consumatori. Gli aumenti, scattati dal primo luglio scorso ma erano stati bloccati dal Tar del Lazio il 29 luglio successivo. Il Consiglio di Stato, presieduto da Paolo Numerico, spiega una nota dell’associazione dei consumatori, ” da ragione al Codacons – che assieme alla Provincia di Roma aveva presentato ricorso al Tar del Lazio – e conferma lo stop agli aumenti dei pedaggi su autostrade e raccordi autostradali in gestione Anas decisi con la manovra economica, scattati lo scorso primo luglio”.
“E’ evidente come ora le maggiori somme pagate ai caselli debbano essere restituite agli automobilisti, altrimenti si configurerebbero veri e propri reati a danno degli utenti – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Il Governo deve studiare dei meccanismi di rimborso automatico in favore di quei cittadini che, utilizzando le infrastrutture stradali, hanno subito ingiusti incrementi tariffari, ritenuti illegittimi sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. Se cio’ non avverra’, siamo pronti ad intentare una class action in favore degli automobilisti”.
Per il pedaggio di 1 euro sull’asse attrezzato Pescara-Chieti, per prima la Provincia di Pescara, seguita poi da altri enti, aveva proposto ricorso.

TESTA E SOSPIRI – “Oggi è una giornata storica perché il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Provincia di Pescara sul ricorso contro l’aumento dei pedaggi autostradali previsto dalla manovra finanziaria. Siamo soddisfatti perché, da subito, abbiamo deciso di avviare questa battaglia su una tassa iniqua nonostante il ricorso comportasse andare contro il governo “amico”. Tuttavia abbiamo ritenuto di procedere per tutelare gli interessi della collettività e, in particolare, dei tanti pendolari che ogni giorno percorrono l’asse attrezzato per recarsi al lavoro”. Così il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa in merito alla decisione del Consiglio di Stato che ha confermato quanto già espresso dal Tar nell’accogliere la richiesta di sospensiva dell’aumento dei pedaggi autostradali. Il Consiglio di Stato, inoltre, aveva già espresso parere negativo alla richiesta di intervento da parte dell’Anas e del Consiglio dei ministri sulla controversa vicenda.
“Voglio sottolineare – aggiunge Testa – la solitudine della Provincia in questa battaglia: nessuna associazione e nessun Comune hanno ritenuto di dover affiancare l’ente nel ricorso. Un sincero ringraziamento invece va al Pdl regionale e provinciale perché hanno creduto nella necessità di agire a favore dei consumatori”. Anche il coordinatore provinciale del partito, Lorenzo Sospiri ha espresso “soddisfazione per la vittoria della Provincia e dei pendolari a dimostrazione che il Pdl è un partito attento al territorio. Nel frattempo – aggiunge Sospiri – il Governo ha prodotto un decreto col quale garantisce all’Anas la possibilità di fare gli investimenti, a prescindere dall’aumento del pedaggio autostradale che comunque sarà revocato”. Infine Testa e Sospiri auspicano che “l’azione relativa ai rimborsi già sollecitati dalle associazioni dei consumatori e sigle sindacali possa andare a buon fine laddove ci siano i presupposti di legge”.

CNA – “Confermando la sentenza favorevole gia’ pronunciata a fine luglio scorso dal Tar del Lazio, sulla cancellazione degli aumenti dei pedaggi applicati su autostrade e raccordi autostradali come l’asse attrezzato Chieti-Pescara, il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine su un provvedimento contestato da imprese, cittadini e associazioni dei consumatori. Occorre adesso studiare le forme di rimborso dovute a quanti hanno pagato aumenti illegittimi”. Lo afferma la Cna Abruzzo, che nei prossimi giorni formalizzera’ le richieste di rimborso presentate dai propri associati alle societa’ concessionarie delle autostrade, per vedersi restituire le somme ingiustamente pagate tra il primo e il 29 luglio scorso, ovvero nel periodo intercorso tra l’approvazione del decreto anti-crisi e la decisione dell’organo di giustizia amministrativa che disponeva la revoca degli aumenti.

(Ndr) – Secondo calcoli approssimativi, la somma da rimborsare complessivamente in Italia sarebbe di almeno 8 milioni di euro, che al momento tuttavia rappresenta solo il danno subito dai cittadini. Sperare nei rimborsi, infatti, è davvero illusorio e arduo in un paese senza autentici diritti come il nostro. A questo punto, bisopgna domandarsi perchè diverse istituzioni, anche in Abruzzo, hanno esitato a proporre ricorso o non lo hanno proposto affatto, lasciando cavare le castagne calde dalla brace solo a qualche amministratore più deciso e magari audace. Bisognava infatti “mettersi contro” il Governo. E non tutti hanno avuto gli attributi per farlo subito e senza esitazione.


01 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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