Morìa di trote nel fiume Sangro
Opi – ZONE “PROTETTE”: ACQUE TOSSICHE, ANIMALI UCCISI O AVVELENATI – Un centinaio abbondante di trote fario sono state trovate morte nel fiume Sangro, qualche decina di metri dopo lo sbocco del depuratore di Opi. Se ne stanno occupando le guardie del Parco, che hanno effettuato dei prelievi di acqua e recuperato alcuni dei pesci morti da inviare ai laboratori per le analisi. Pochi giorni fa il personale dell’Agenzia per la tutela ambientale della regione Abruzzo aveva effettuato dei prelievi presso il depuratore di Pescasseroli, su incarico del Corpo forestale dello Stato, dopo un esposto. La situazione dei due depuratori, per l’adeguamento dei quali esiste un progetto gia’ finanziato, si aggrava ogni estate, quando le presenze nei due comuni dl Parco sono di migliaia di persone. A Pescasseroli, proprio sulle sponde del fiume, esistono alcuni campeggi e un’area camper, oltre a numerose attivita’ artigianali e stalle, con evidente rischio per il fiume Sangro, principale fonte di adduzione del lago di Barrea, bacino protetto dalla convenzione di Ramsar quale ambiente acquatico che ospita endemismi a rischio estinzione. Dalle acque del parco, nonostante i suoi costi enormi e l’impegno storico per la difesa dell’ambiente, da una quindicina di anni sono scomparsi i gamberi di fiume, specie estinta. La stessa cosa che è avvenuta anni prima in quasi tutte le acque fluviali dell’Abruzzo interno. Fuori dalle aree “protette”. In molti si chiedono: che tipo di protezione ambientale si attua, visto che scompaiono specie animali e tanti animali protetti finiscono avvelenati, uccisi o morti in una vasca senza protezione come avvenne per un’orsa e i suo cucciolo? In altre zone, e in altre aree “protette”, sono stati avvelenati decine di grifoni, imponenti uccelli reimmessi sui monti abruzzesi. Nessuno ha mai saputo nulla nè delle indagini, nè dell’entità del patrimonio sopravvissuto.
(Nella foto il Sangro a Villetta Barrea)
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