E il sindaco si tuffò in mare
Alba Adriatica – ACQUA PULITA, MA ZANZARE FEROCI – Un piccolo colpo di teatro, accuratamente anticipato ai giornali amici, ed ecco questa mattina il sindaco Franchino Giovannelli con l’acqua del mare di Alba fino al collo, come qualsiasi altro bagnante rimasto sulla spiaggia d’argento, ma ormai senza bandiera blu. Cosa abbia voluto dimostrare Gilovannelli non è ben chiaro: che d’estate la gente di tuffa in mare? Che l’acqua è limpida come gli occhi di un cerbiatto? Non si capisce, comunque lo ha fatto sotto gli occhi dei suoi fidi amici politici, e gli obiettivi di foto e telecamere. Gli ultimi esami dell’Arta dicono che il mare è pulito come di più non si può. “Ho fatto togliere i cartelli di divieto di balneazione” ha detto il sindaco alla stampa. I cartelli si trovavano all’altezza della foce del torrente Vibrata, quasi sotto il ponte di legno pedonale e ciclabile che divide Alba da Villa Rosa di Martinsicuro. Normale che la foce di un fiume sia non balneabile: comunque, un fiume è sempre in qualche misura una cloaca a cielo aperto, e il Vibrata da prima di ferragosto lo era alla grande, pesci morti e puzza nauseabonda, quasi come all’altezza del depuratore a due passi dal centro commerciale Val Vibrata. Schiuma, rifiuti, strane colorazioni tutt’altro che invitanti, e un mare di vegetazione riparia alta e fitta, con pulizia sugli argini eseguita una sola volta durante l’estate. E poi mettiamoci nugoli di insetti e una terrificante invasione di zanzare e moscerini che affligge sia Alba che Villa Rosa. Risultato, bisogna amare molto questa zona per restarci in vacanza.
Poi ci sono i misteri. Come mai in un lampo l’acqua di Alba è diventata limpida, quasi da bere se non fosse salata? O lo è sempre stata, o è avvenuto un miracolo. I liquami del Vibrata sono spariti d’incanto. Poco manca che si possa sguazzare con i poppanti persino dell’acqua della foce. Chi ha causato l’inquinamento altissimo di ferragosto? Chi ha trascurato depuratori e scarichi abusivi, trovati anche quelli d’incanto mentre “scoppiava” la grana e Alba perdeva la sua bandiera blu. Tutto questo si deve a qualcosa e quindi a qualcuno. Fuori nomi, fatti, circostanze e soprattutto fuori i piani di intervento efficace e definitivo. I sindaci si facciano sentire e scoprano le carte. Ma soprattutto, fuori le cause dei malori e delle affezioni di cui hanno sofferto almeno 90 persone finite negli ospedali. Nessuno accetterà di lasciar morire la cosa come tante altre in questo Abruzzo e questa Italia: nel silenzio e nel dubbio. Va avanti l’inchiesta della Procura di Teramo, curiosa anche nei confronti di chi dovrebbe monitorare sempre il torrente, e non solo quando puzza a ferragosto e rovina il turismo: c’è gente che sulla costa vive sempre, e ha una salute da proteggere, esattamente come quei turisti che pagano per esserci qualche giorno. Ormai fuggiti in gran numero. (Nella foto il sindaco Giovannelli sulla spiaggia)
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