Ospedali che se ne vanno, rabbia che arriva: cancellati 640 posti letto in Abruzzo


L’Aquila – Speriamo che gli abruzzesi e coloro che in Abruzzo hanno scelto, oppure hanno dovuto, vivere se la passino bene. Tra la fine di agosto e il prossimo dicembre, la regione disporrà di 640 posti letto ospedalieri in meno, tra pubblici e privati. A pagare il conto sono i sei ospedali minori, che a fine mese saranno sforbiciati, ridotti, ridimensionati, resi meno costosi, ma anche più funzionali. Questo almeno prevede e assicura il piano di ridimensionamento della sanità voluto dalla Regione e che ormai è in fase attuativa. I primi trasferimenti di materiale e attrezzature avranno inizio addirittura a fine settimana. Gli ospedali piccoli chiuderanno? Non esattament, perchè nessuno sparirà. Quello di S.Omero in Val Vibrata dovrebbe essere trasformato in un’azienda pubblico-privata. Gli altri cinque (Casoli, Tagliacozzo, Guardiagrele, Gissi, Atessa) diventeranno strutture sanitarie specializzate per malati cronisi, ma disporranno anche di minimi servizi emergenziali e una dotazione di medici e infermieri, con un minimo di attrezzature e mezzi di soccorso. Viene assicurato 24 ore su 24. Niente acuti, che dovranno rivolgersi agli ospedali maggiori. Nessuno dovrà affrontare viaggi troppo lunghi, massimo tempo di spostamento 40 o 50 minuti, Ma su questo la Regione forse ha dato assicurazioni avventate: chi può fare i conti con strade dissestate, maltempo, traffico, situazioni di dissesto? La riforma e le forbici non accontentano nessuno: ovunque, nelle zone colpite, sono in atto proteste anche molto rabbiose, con cortei, strade bloccate, slogan anche pittoreschi (tre chiodi per Cristo, un Chiodi per la sanità), pressioni, iniziative politiche, manifestazioni che si spingeranno fino a Roma.


26 Agosto 2010

Categoria : Cronaca
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