Vibrata-cloaca, Chiodi dice la sua – Rientra l’allarme ad Alba, ma la fuga c’è stata
Villa Rosa – “NON C’E’ NESSO TRA ENTERITI E INQUINAMENTO” – Eccolo sul ponte di legno tra Villa Rosa e Alba, questa mattina, il presidente della Regione Chiodi, attorniato da sindaci e amministratori emozionati. Guarda la foce del torrente Vibrata (divenuta a ferragosto una cloaca), scruta, osserva e poi dice a sorpresa la sua: “Non c’è nesso dimostrato tra i casi di gastroenterite e l’inquinamento. Dipendono da batteri differenti”. Il presidente, per parlare così, deve avere carte e prove, ma la gente stenta a crederci: specie i 90 che hanno dovuto ricorrere ai medici, ormai tutti dimessi e in via di guarigione. Puzza soffocante, acque schiumose e color marrone, scarichi di liquami allo stato puro scoperti lungo il Vibrata, pesci morti e casi di gastroenterite. Com’è difficile non fare due più due, ma se lo dice il presidente… Molte altre cose dovrebbero essere spiegate: gli scarsi o nulli controlli sulla balneazione e la pesca proprio tra schiume e rifiuti alla foce, i cattivi odori, e soprattutto la spaventevole puzza che da prima di ferragosto ammorbava l’aria all’altezza del depuratore presso l’Iper di Colonnella. Irrespirabile l’aria, fughe degli automobilisti lungo la vicina strada, ma mai neppure un comunicato, una spiegazione ai cittadini, nè dal muto e irresoluto comune di Martinsicuro, nè tanto meno dalla ASL oppure dalla gestione dell’impianto. Strana coincidenza la morìa di pesci e tanti casi di gastroenterite.
Comprensibile che si tenti di correre ai ripari, come fa il sindaco di Alba, Giovannelli, il quale si affrtta in tv ad annunciare che non servono divieti di balneazione nella “sua” spiaggia, ma non accenna neppure alle bandiere blu che secondo un sito ben informato in materia, sarebbero già state revocate.
La lezione costa cara alle due ex spiagge blu, e la fuga di turisti parla chiaro. La stagione non era tra le migliori, e poi la mazzata di ferragosto. Forse gli amministratori avrebbero dovuto dare retta agli appelli degli ambientalisti, alle proteste dei turisti e soprattutto ai loro sensi dell’olfatto, e curare di più igiene ed estetica, non solo sulle spiagge. Tutto ricorda il film “Lo squalo”, nel quale un sindaco non voleva sentir parlare di pericoli, per non far fuggire i turisti. Possibile, si chiede la gente, che scarichi abusivi nel fiume scoperti in poche ore dalla forestale, fossero ignoti da sempre ai comuni? Ma in che modo si cura il turismo, solo finanziando sagre di paese e abbuffate di pesce fritto?
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