Italo-argentini gemellati in visita a Chieti
Chieti – Una delegazione di italo-argentini di origine abruzzese della città di Balcarce, che ha dato i natali al campione di automobilismo Juan Manuel Fangio, il cui padre era partito agli inizi del secolo per l’Argentina da Castiglione Messer Marino, ha visitato la sede del Consiglio provinciale, accolta dal presidente, Enrico Di Giuseppantonio, e dall’assessore con delega ai Chietini nel Mondo, Mauro Petrucci.
La delegazione era accompagnata dal sindaco di Castiglione Messer Marino, Massimo Mastrangelo, che ha firmato il patto di gemellaggio con Balcarce proprio nel nome del grande pilota italo-argentino.
«Per la Provincia – ha salutato così gli ospiti il presidente, Enrico Di Giuseppantonio – è sempre un onore poter ospitare i propri concittadini che tornano nella propria terra dopo anni di duro lavoro all’estero, alla ricerca di una migliore condizione di vita.
Il genio abruzzese ha sempre avuto grande capacità di fare fortuna all’estero: le caratteristiche della nostra gente (forte e gentile, lavoratrice infaticabile, parsimoniosa e attenta) hanno permesso a molti di migliorare la propria condizione sociale e di scalare le vette dello sport, della letteratura, della società, come Juan Manuel Fangio, figlio di Castiglione.
Non a caso la mia amministrazione ha creato l’assessorato dei Chietini nel mondo, per realizzare delle sinergie con tutti i cittadini della nostra provincia che sono emigrati nel tempo ed hanno realizzato esperienze significative nella cultura, nella politica, nell’economia. È giusto, infatti, che i teatini emigrati riacquistino la dignità e l’orgoglio di appartenenza, divenendo veri protagonisti del futuro del nostro territorio al quale siamo pronti ad offrire la nostra saggezza, la nostra capacità ed il nostro impegno. Il rilancio dell’economia della nostra Provincia può avvenire anche grazie ad un costante confronto con le esperienze effettuate dai nostri conterranei in altre nazioni».
Nel suo intervento, l’assessore Petrucci ha illustrato le attività messe in campo all’interno del nuovo servizio garantito dall’assessorato, rivolto ai connazionali residenti all’estero, che ha la funzione di favorire lo scambio culturale fra le comunità d’origine e di adozione non in chiave di mero ricordo della tradizione, ma con l’occhio attento alle giovani generazioni, per permettere lo sviluppo del turismo, il perfezionamento delle professioni nel campo del made in Italy, con la frequenza di attività formative, la promozione dell’eccellenza del saper fare italiano.
«Nell’emigrazione – ha spiegato l’assessore Petrucci – è insito non solo il senso del bisogno e della necessità, ma un forte spirito di ricerca e un desiderio di conoscenza, che ha portato i nostri connazionali a lasciare i Paesi d’origine certo sull’onda del bisogno, ma anche perché dotati di grande personalità e spiccato talento professionale, che ha permesso loro un rapido inserimento nelle comunità di adozione, il contributo al miglioramento del tessuto economico e sociale.
È come se fosse nei cromosomi degli italiani partire con coraggio e voglia di conoscere, per dare un grande contributo ai Paesi di accoglienza, sulla scia di Marco Polo, di Cristoforo Colombo. Come moderni Ulisse, che nella Divina Commedia dantesca esortava i compagni “fatti non foste per vivere come bruti ma per seguite virtute e canoscenza”, i concittadini emigrati hanno lasciato un segno concreto di operosità e maestria, contribuendo al benessere della comunità di adozione con il proprio lavoro, e della comunità d’origine, con le loro rimesse economiche».
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