Corso buio, ma come può avvenire?
L’Aquila – Letto quanto riferiscono alcune donne infastidite lungo corso Vittorio Emanuele, nel piccolo cuore che torna a battere nella zona rossa aquilana, si resta sconcertati. E’ capitato sia perchè una vera sorveglianza in centro non c’è (si verificano una quantiltà enorme di furti e atti vandalici), sia perchè incredibilmente il breve tratto di “corso stretto” è al buio. Una situazione incomprensibile, e ci si chiede increduli come certe cose possano avvenire. Un po’ come per breccia e sassi sull’ex prato di Collemaggio: impossibile capire, giustificare il Comune e le sue aziende municipalizzate, evidentemente del tutto inefficienti e anche prive di pudore.
Per illuminare un breve tratto di corso lungo quattrocento metri al massimo, largo meno di otto metri in media, occorrono soltanto una decina di faretti ben posizionati, provvisori, di quelli che si comperano per pochi euro al centro commerciale, collegati con dei fili elettrici anche volanti, se è vero che l’impianto normale di pubblica illuminazione non è recuperabile: pretesto incredibile, ma tant’è. Qualsiasi amministrazione, anche di un centro disederato dell’Africa nera che ci mostra Overland nell’ultima serie delle sue splendide puntate televisive (una fu dedicata tre anni fa anche al Gran Sasso aquilano, ma il comune neppure se ne accorse) , avrebbe fatto qualsiasi cosa per ridare prima di tutto un po’ di luce al centro. Visto che è stato riaperto alla gente e che vi lavorano coraggiosamente bar e altri locali commerciali, la primissima cosa da fare era riportarvi un po’ di luce e molta vigilanza. Chi in Comune pensa che la gente possa tornare a vivere e far vivere il centro cittadino, se il corso per primo è al buio? Non sono cose da dire o da scrivere, ed è umiliante doverlo fare, ma poichè accadono e durano da mesi e mesi, non c’è altro da fare. Non sapremo mai, come sempre, di chi è la responsabilità o il vero perchè il corso sia al buio. Come non sapemmo, diversi anni fa, perchè piazza Duomo rimase al buio per un guasto per ben dieci sere… Erano tempi “normali”, nel senso che il Comune mostrava queste imperdonabile carenze, che pure dovevano avere – come devono averle oggi – delle spiegazioni e dei responsabili. Sappiamo che accade, punto e basta. E che sarà davvero arduo pensare ad una rinascita, al di là di parole vane e chiacchiere (spesso altezzose e arroganti), evento che deve sempre immancabilmente partire dalle piccole cose. Ma che autentica, inconsolabile desolazione. (Nella foto: corso Vittorio Emanuele, 8 aprile 2009. Oggi la desolazione riappare di notte, con il buio)
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