Qualche lavoro, la città degli stenti


L’Aquila – La maggior parte dei cantieri in tutta la periferia aquilana sono impalcature attorno ad edifici, senza operai al lavoro. Lavori che le imprese si sono accaparrati (chi sa come e grazie a chi) e che hanno appena iniziato innalzando i ponteggi e le cortine di plastica. Ma non ci lavora nessuno: tempi smisurati per arrivare a qualche risultato, tanto più che la stagione cattiva non è così lontana. Qualche gru spicca nello skyline della città, per lo più edifici pubblici e chiese o campanili. Anzi, di chiese ne abbiamo anche riviste in duplice copia: c’è una nuova San Bernardino a Piazza d’Armi, davvero un’offesa a qualsiasi canone estetico. Speriamo temporanea, anche se per anni…
Di lavori significativi se ne vedono pochi: la città degli stenti e dei languori della sfiducia che ormai serpeggia come un fiume in piena tra migliaia di cittadini depressi, stanchi, invecchiati, psicolabili, aggressivi, persino maleodoranti (i depressi si lavano di meno, si trascurano), non rinasce che a “spizzichi e bocconi”. Due cantieri ci sembrano importanti, al momento: quello partito da pochi giorni nel palazzo di giustizia (non verrà quindi abbattuto, come si temeva mesi fa) e l’altro a Cavallari di Pizzoli, dove sta sorgendo un grosso villaggio che ospiterà studenti universitari. Del palazzo di giustizia non si sa nulla, nè le persone interpellate sul posto hanno accettato di dire qualcosa al cronista. Il giornalista appare a molti, specie se armato di fotocamera, come una sorta di rapinatore.
Se vivessimo in una città differente, il Comune o il sindaco in persona avrebbero dovuto rendere di pubblico dominio le caratteristiche dell’intervento su uno degli edifici più grandi e anche simbolici della città: il “palazzaccio” giudiziario locale, costruito negli anni Sessanta, pesante, enorme e con alienanti e vasti spazi sprecati. Costi enormi per luce e riscaldamento, caldo mostruoso d’estate, ruggine e sporcizia in una manutenzione che – affidata al Comune – era praticamente inesistente. Ma pur sempre storico nel senso che, in più di 40 anni, ha ospitato eventi e processi di grande rilievo come quello del Vajont e diversi connessi con il terrorismo. Ma forse si aspetta qualche occasione politica per sproloquiare a beneficio di chi sa quale vip locale o di governo. Certo è che il palazzo va consolidato, forse alleggerito, meglio utilizzato e completato nella parte atriale. Infatti, 40 anni non erano bastati per finirlo del tutto e i lavori erano in corso, bloccati per mesi da fuoriuscite di acqua… che nessuno sondaggio geologico aveva individuato, o valutato realisticamente! Pensate un po’. Poi il sisma e i danni: struttura di cemento armato evidentemente non destinata a sfidare il tempo.
Quanto al villaggio studentesco presso Pizzoli, a Cavallari, i lavori sono cominciati da qualche mese e procedono speditamente. Edifici simili ai map, bassi e si spera confortevoli, strutture portanti in metallo e tamponature leggere coibentate, immersi nel verde di una campagna che era ricca di alberi e acqua sorgiva. (Nelle foto Col: sopra il cantiere al palazzo di giustizia, sotto il villaggio studentesco a Cavallari di Pizzoli)


16 Agosto 2010

Categoria : Cronaca
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