ApI su 82 mln per la sanità


L’Aquila – “Non vorremmo che gli 82 milioni di euro, dichiarati immediatamente spendibili dal Presidente Chiodi e dall’assessore Venturoni, per la ristrutturazione delle strutture sanitarie abruzzesi fossero come i 130 milioni di euro annunciati come certi, ma di fatto non ancora attribuiti, per il pagamento degli arretrati ai terremotati in autonoma sistemazione e agli albergatori, ancora in attesa”. Lo afferma Bruno Evangelista, portavoce regionale di Alleanza per l’Italia.
“Va considerato, tuttavia – aggiunge Evangelista – che l’utilizzo di queste risorse non apporta alcun miglioramento reale per una valida funzionalità del sistema sanitario regionale del quale il piano operativo, assolutamente inadeguato, continua ad essere il vero strumento programmatorio”.
“ Al momento – dice il portavoce dell’Api –, senza che i responsabili politici regionali se ne rendano conto, i limiti di risorse ed organizzativi per una medicina di territorio in grado di assorbire un ruolo di supplenza all’indomani del taglio di ulteriori 830 posti letto previsti, restano tutti lì come peraltro denunciato dagli stessi organismi rappresentativi dei medici di base”.
“C’è un modello – spiega Evangelista – molto caro agli studiosi di organizzazione sanitaria, chiamato ‘polipo’ la cui caratteristica è quella di rappresentare attraverso la testa gli ospedali ad alta efficienza e i cui tentacoli sono gli organismi di proiezione territoriale in grado di adempiere a tutte le altre funzioni come, prioritariamente, quella di diagnostica di primo e secondo livello. Qualora i tentacoli funzionino in modo non corretto si rischia di far esplodere la testa. Per questo, è necessario spostare sul territorio non solo le prestazioni per i malati cronici, ma anche la parte più grande della diagnostica oggi ospedaliera”.
“Il progetto di un riordino del servizio sanitario abruzzese – conclude Evangelista – passa certamente anche per una riduzione oculata ed equilibrata dei posti letto per acuti e attraverso il potenziamento di quelli per i malati cronici, per la lungo-degenza, per la riabilitazione, per gli hospice, e per le RSA, cosa che oggi appare purtroppo del tutto carente e senza la quale a fine 2010 il rischio di paralisi della sanità abruzzese potrebbe essere una certezza come episodi di cronaca quotidiana già fanno registrare”.


13 Agosto 2010

Categoria : Politica
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