Carceri, i politici si lavano la coscienza
L’Aquila – A ferragosto, da bravi laici, i politici si lavano la coscienza e pensano alle carceri, uno dei più scottanti problemi sociali e di civiltà di una democrazia da paradossi e spesso da operetta, come l’Italia. Spronati dai radicali, che queste cose hanno sempre avuto a cuore senza mai avere anche il peso per incidere nei fatti, politici di tutte le correnti e di tutti i partiti hanno aderito alle manifestazioni durante il periodo di ferragosto. E saranno nei reclusori abruzzesi a ripetere che condividono gli allarmi su sovraffollamento, scarsità di personale, assenza dui formazione, negazione – spesso – dei diritti piè elementari discendenti da quella regola costituzionale che vorrebbe mai una pena inumana, sempre una pena rieducativa, di recupero delle persone. Per tacere della agghiacciante catena dei suicidi a Sulmona. Per questo, diranno tutti i politici, occorrono leggi e riforme, ma soprattutto risorse sostanziose. Le stesse cose dette l’anno scorso, naturalmente. All’emergenza carceri (che in Abruzzo è davvero tale soltanto a Lanciano e Teramo) hanno aderito tutte le forze politiche. Nei vari carceri arriveranno deputati e senatori, e il 15 agosto a Teramo ci sarà – ha promesso – anche il Ministro Rotondi. L’importanza dell’avvenimento è stata sottolineata da Fabio Nieddu, il garante dei detenuti in Abruzzo.
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