Regione, per tagliare gli stipendi c’è tempo


cons-reg-primo-giorno-27-1-09L’Aquila – I politici regionali non si sono tagliato lo stipendio, nè a quanto pare lo faranno a breve. Per di più, sono in tanti, da più parti, a sostenere che l’istituzione Regione (ad eccezione del presidente Chiodi, che sulla breccia comunque c’è e deve esserci dato il ruolo nel dopo-sisma) è alquanto assente, svaporata, distante. Il governo regionale in quanto tale, il consiglio e gli altri organismi dell’istituzione appaiono blateranti, diluiti più verso l’agone elettorale imminente, che verso la tragedia del terremoto. La sola entità che è dovunque è la Protezione civile. Le dieci-undici visite di Berlusconi sono sembrate a qualcuno anche passerelle politiche, ma obiettivamente restano un attestato di vicinanza e attenzione alla popolazione terremotata. Così come quelle, ormai incalcolabili, di ministri, viceministri, esponenti di spicco di governo e altre istituzioni, non solo italiane, ma europee.
Ora apprendiamo che martedì ci sarà l’ultima seduta del consiglio regionale (dedicata al terremoto), poi inizierà la pausa elettorale e ne sentiremo riparlare solo verso la fine di giugno. La Regione, almeno quella assembleare e decisionale, accrescerà la sensazione di silenzio e di insufficienza che tanti percepiscono.
Ciò che maggiormente offende e, diciamolo pure senza timori reverenziali, scandalizza gli abruzzesi (soprattutto quelle migliaia di abruzzesi colpiti e spezzati in due dal terremoto), è che un tema emblematico, primario, in piena luce, come la proposta di riduzione dei compensi ai consiglieri, agli assessori, ai capigruppo, ai vice capigruppo, ai nominati negli enti, agli stipendiati d’oro, resti nei cassetti. Anzi, visto che il consiglio se ne va al mare, difficile che se ne parli prima della fine del 2009. La gente ha la sensazione palpabile, amara, offensiva, che prima di tagliarsi gli stipendi da nababbi, i regionali eletti tentino di lasciar passare più tempo possibile. Sai, quando in tasca metti 10.000 euro (più o meno, ma spesso assai di più), allungare il brodo di cinque, sette, nove mesi, mica è roba da poco. Raggranelli somme che un normale lavoratore percepisce in due anni, se gli va bene.
Questo comportamento è sufficiente a convincere sempre di più la gente, il popolo, dell’inaffidabilità e della truculenta prepotenza del potere politico, insensibile, affamato di lucro, sovente inetto e incapace, quando non nocivo. Tranne le eccezioni, è inutile dirlo, ma diciamolo.
Se la Regione vuole salvare la faccia, prima di andarsene in ferie (per le elezioni, naturalmente, e per fare ognuno la sua campagna elettorale) decida i tagli e li attui immediatamente, tenendo magari una seduta apposita e ininterrotta. Si dia un’iniezione di dignità, almeno in un momento nero per tanta parte dell’Abruzzo. Abbia un sussulto di decoro, un soprassalto di civiltà politica.


17 Maggio 2009

Categoria : Politica
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