UIL a Chiodi: “Verso la povertà”
Pescara – NIENTE SVILUPPO E DISOCCUPAZIONE STABILE – Il segretario generale UIL Pietro Paolelli ha scritto al presidente della Regione: “Egregio Signor Presidente, I problemi reali e concreti che la popolazione aquilana si trova di fronte sono tanti: la ricostruzione pesante che è ferma, l’assetto urbano sconvolto, il tessuto socio-relazionale disgregato; molti lavoratori, piccoli imprenditori dell’artigianato e del commercio, famiglie, anziani che vivono nella precarietà e resta l’incognita del loro futuro. La piaga più dolorosa, che sta affliggendo pesantemente la realtà dell’Aquila, per noi della UIL, è la mancata ripresa dello sviluppo economico e la disoccupazione, soprattutto giovanile.
La mancanza di lavoro sta conducendo fasce di popolazione verso il baratro della povertà, dell’emigrazione, dell’emarginazione; esponendo i soggetti più deboli al ricatto clientelare riducendo gli spazi di libertà, convivenza e agibilità civile e democratica.
Il problema dell’emigrazione dei giovani intellettuali, in particolare, è la più grave perdita di ricchezza, la sciagura peggiore che possa capitare ad una comunità già provata, poiché questa è costretta a rinunciare alle sue personalità migliori, alle intelligenze più presenti e vivaci, a privarsi dei suoi figli più capaci e brillanti, e quindi delle risorse più preziose.
Tutti i terremoti hanno “solitamente “ determinato uno spopolamento fisiologico. Ma la vastità del sisma dell’Aquilano è stata di tali proporzioni che sta portando ad un processo di rapida disgregazione del tessuto socio-relazionale e ad una forte e progressiva riduzione demografica.
I dati in nostro possesso, evitandone la trascrizione, rappresentano una condizione di vero e proprio “allarme sociale” per ciò che riguarda: le migliaia di posti di lavoro persi, dei cassaintegrati, che forse, non troveranno più lavoro, il fenomeno del lavoro irregolare e sommerso nell’edilizia, le piccole aziende artigianali e commeciali che, a tutt’oggi, non sono state in grado di riaprire le attività, le medie aziende come l’Otefal, la Technolabs, Abruzzo Engineering, etc.. in forte crisi.
La popolazione Aquilana attende con ansia la certezza di una ricostruzione rapida e il varo di un nuovo modello di sviluppo economico ed occupazionale, con l’attuazione di un adeguato piano d’intervento in tale direzione per ridare attrattività ad un territorio massacrato.
E’ indispensabile e strategico individuare gli strumenti e le provvidenze da utilizzare per ridare attrattività economica ed occupazionale al territorio Aquilano e più in generale dell’intera Provincia.
A tal proposito si ricorda l’impegno che assunse, nell’auditorium della Guardia di Finanza di L’Aquila, il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi affermando che il problema più urgente da affrontare, per il Cratere, era la ripresa dello sviluppo economico ed occupazionale e che a breve avrebbe convocato le Istituzioni e le Parti Sociali per affrontare tale problema. SI ATTENDE ANCORA LA CONVOCAZIONE.
Così pure ricordiamo a lei Signor Presidente che ha costituito, da mesi, un tavolo regionale permanente per affrontare le problematiche riguardanti il territorio dell’Aquila, ma lo ha riunito una sola volta.
Per la UIL è tempo di passare dalle parole ai fatti e quindi chiediamo:
1) Di convocare, a settembre, il tavolo permanente con le Organizzazioni Sindacali e le parti Sociali per affrontare le problematiche innanzi esposte e in particolare il tema dello sviluppo perché siamo convinti, che senza una vera ripresa dello sviluppo economico che genera nuovi posti di lavoro “buoni”, si accentuerà l’emigrazione e le case che verranno ricostruite rischiano di rimanere vuote. Quindi servono “case e lavoro”per evitare di far rinascere una città già morta.
2) Di richiedere un incontro, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri come proposto e promesso dallo stesso Premier, in quanto siamo convinti che gli enti locali, senza l’aiuto del Governo Centrale, non saranno in grado di affrontare e risolvere il problema dei problemi e cioè quello di far ripartire un nuovo modello di sviluppo economico.
Abbiamo, dunque, il dovere di affrontare rapidamente e con decisione questa priorità per evitare che le comunità, del cratere, continuino a spopolarsi nell’ignavia dei tanti, mentre i nostri giovani e quelli che giovani non lo sono più, per poter lavorare sono costretti ad emigrare”.
(Nella foto Col, Pietro Paolelli della UIL)
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