Chiodi e i conti abruzzesi sorridono


Pescara – MOODY’S, RATING A2 ALL’ABRUZZO – Chiodi tira le somme e appare soddisfatto del lavoro svolto per ridurre i conti in rosso dell’Abruzzo. Non solo lui, a dire la verità, anche l’agenzia Moody’s pare dargli ragione. Parlano i numeri, come è bene che sia sempre. In circa due anni l’indebitamento complessivo della Regione Abruzzo e’ sceso del 12,5 per cento, passando da 4 miliardi di euro del 2007 agli attuali 3,5. Da due anni, la Regione non produce piu’ deficit tanto che per il 2010 si prevede una riduzione verso i livelli del 2005 e, quindi, di 290 milioni di euro. L’agenzia di valutazione finanziaria Moody’s, nella sua relazione annuale sullo stato di salute del bilancio regionale, ha confermato il rating di A2 all’Abruzzo, ma ha cambiato il suo giudizio sulle prospettive da negative, anche per gli effetti del sisma, a stabili. Positivo il giudizio del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi. “Cosi’ si misurano gli effetti del nostro rigore. Abbiamo smesso di firmare cambiali mefistofeliche che spostano sulle future generazioni il bubbone. Altri hanno fatti debiti noi li onoriamo. Il debito e’ ancora pauroso ma una riduzione del 12.5 per cento in due anni non solo e’ un dato unico per le regioni italiane lo e’ a livello di governi centrali”. L’Abruzzo, passa quindi da prima regione indebita a seconda dopo il Lazio: “Sappiamo bene che non e’ finita qui. Il nostro obiettivo – dice Chiodi – e’ quello di riportare l’Abruzzo alla normalita’. Siamo convinti che chi verra’ dopo di noi trovera’ una situazione migliore”. Il presidente Chiodi che con l’assessore al Bilancio, Carlo Masci, e alla presenza dell’intero Esecutivo regionale ha dettagliato le iniziative intraprese per “far scendere l’indebitamento con una velocita’ che ha fatto parlare la stessa Moody’s di miracolo”, ha respinto le accuse di gestione ragionieristica ed ha rilanciato: “Mi rifiuto di accettare una tale visione. La politica del rigore non puo’ essere ragionieristica se gestisce oculatamente il denaro dei cittadini. Questa e’ una scelta etica, quindi eminentemente politica”. Chiodi ha spiegato che esistono solo due vie per coprire il debito: “Aumentare le tasse o ridurre la spesa pubblica, nessuno ha inventato una strada che preveda accanto al rigore di non perdere qualche privilegio”.
Il presidente Chiodi nell’escludere il ricorso all’inasprimento fiscale, ha spiegato che la “strada obbligata e’ stata quella di ridurre, da una parte, il costo dell’indebitamento del 16 per cento, con il divieto di produrne altro nel futuro”, ma, soprattutto, di ridurre il costo della spesa pubblica, a cui si aggiunge il recupero di 24 milioni di euro del Fondo sociale europeo non spesi nel 2000-2006, ed il recupero di 16 milioni di euro di fondi Cipe. Sul fronte della spesa pubblica Chiodi ha ricordato la chiusura di due sedi di rappresentanza in Romania ed in Brasile, la liquidazione di due societa’ la Sir e l’Aret, il commissariamento degli enti e delle agenzie regionali. La riduzione delle asl da sei a quattro (“Mi si dira’ che questo obiettivo era anche nel programma della Sinistra, con la differenza che noi dopo l’annuncio lo abbiamo fatto”, ha ironizzato il Presidente), la riduzione dei compensi ai consiglieri di amministrazione di Abruzzo Engeneering e Fira, la riduzione del numero dei dirigenti regionali da 128 a 105, la riduzione del numero dei confidi, l’arresto delle dinamiche di assunzione del personale, la riduzione delle comunita’ montane, la riduzione delle indennita’ dei consiglieri regionali. “Da due anni licenziamo finanziarie rigorossissime – ha avvertito Chiodi – e lo stesso Consiglio regionale, che ringrazio, ha mostrato una grande consapevolezza della gravita’ della situazione, non minando il profilo dell’estremo controllo della spesa pubblica”. “Per comprendere bene la portata e la necessita’ del nostro rigore – ha detto Chiodi – forse vale la pensa ricordare che l’Abruzzo che abbiamo ereditato non era sull’orlo del baratro era proprio nel baratro con un indebitamento di 4 miliardi di euro. Il piu’ alto in Italia, con un altissimo deficit sanitario e con la consapevolezza di dover pure restituire allo Stato 200 milioni di euro, che sono poi diventati 301, perche’ quei fondi che dovevano servire alla sanita’ sono stati “distratti”. Ecco perche’ la valutazione di Moody’s “ci conforta nella giustezza delle iniziative e non solo, visto che le agenzie, e livello internazionale, si muovono verso procedure di riduzione dei rating”. “Nei tavoli di concertazione – ha concluso il Presidente – una categoria non e’ mai rappresentata, quella dei minori di diciotto anni che non votato ma pagano le tasse, nascendo gia’ con un debito pubblico. Ecco, io non difendo le corporazioni ma i giovani da 0 1 18 anni, pensando ai quali non firmero’ cambiali mefistofeliche”.


09 Agosto 2010

Categoria : Economia
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