L’opinione – Case e… casini
L’Aquila – (di Paolo Vecchioli) – Perché il potentato sinistro della.carta stampata e media in genere, ,legge e prospetta solo con cultura e metodica veteroleninista i fatti legati agli immobili secondo se essi beni sono riconducibili a Verdini,Scaloja & C. con riprovazione e ribrezzo oppure con comprensione se ricondotti alla terza carica dello stato ?
Ancora sconcertante è la lettura della rassegna stampa anche su le tv locali,una unica e,quindi,autoreferenziale a L’Aquila,che fa leggere o da una militante già PCI o da qualche dipietrista facile a partigiane allocuzioni e suggestive battutine/commento sui personaggi ed anche nei confronti di giornali non iscritti al partito di Repubblica e giù piagnidei per aggressivi articoli sul neoprofeta dell’antiberlusconismo e nuovo sol dell’avvenire dell’agognata rivincita sinistra dopo tre successive batoste elettorali, Gianfranco Fini.
La predica e qua sempre da uno scranno della greppia del PD benevola strumentalmente al partito del vendicatore da Montenero di Bisaccia, già guardia,toga ed oggi padre e padrone dell’IdV che qualcuno ha definito dei valori ma “imm.ri”.
Aggressività ed accuse di partigianeria per Feltri e Belpietro da chi si nutre dalla mammella di Di Pietro e si ritempra nelel manifestazioni antiberlusca con manganellate ad orologeria ma che non ci dice perché anche gli immobili sono diversi se collegati a Verdini e Scaloja rispetto a quelli collegati a Fini novello paladino di complemento del metodo dei ribaltoni contro il voto popolare.
Paradossale come la sentenza sommaria su Stati & C. redatta prima del processo da tutto lo schieramento dei sinistri,ascari e sciancati dal consenso popolare al seguito con messa in campo dei professionisti mediatici e della carta stampata ,more solito pronunciata fuori dale aule di giustizia e prima di qualsiasi verifica in contraddittorio per il reato di Berlusconismo a prescindere.
Metodo leninista che nel caso di Fini parla della “fabbrica del fango…” in ciò molto agevolata dalle toghe militanti che ,prima o poi,dovranno spiegare,almeno formalmente,si spera, come sia giustificabile solo la più grave delle misure cautelari quella della restrizione in carcere anche per chi non ha alcun incarico istituzionale per fatti attinenti reati riconducibili ad incarichi istituzionali mentre nel caso del gruppo Stati……………le montagne di fango,che forse pure potrebbe esserci, non hanno tempi.
La magistratura militante e questa stampa leninista sistematicamente e maliziosamente impediscono e riducono gli spazi,i riferimenti contestuali, contemporanei e paritetici a qualsiasi teorema difensivo privilegiando le sole richieste dell’accusa e strumentalmente disquisiscono di etica ma sinsistra.
La parte processuale difesa certo avrà spazio ma solo dopo il danno e la beffa e dopo proscioglimenti ed assoluzioni,cioè al processo tra qualche anno quando il metodo leninista sarà pervenuto all’eliminazione anche fisica ( leggasi suicidi in carcere) dell’avversario politico e/o di chiunque non omogeneo.
Riforma della giustizia e giusto processo; superamento del teorema ambrosiano della custodia cautelare in carcere a fini estorsivi della confessione; gradazione delle misure cautelari caso per caso; collegialità per chi decide della galera dell’indagato!
Prima che si arrivi a riformare il processo e L’Ordinamento Giudiziario si scatena la guerra preventiva e mediatica contro i (presunti ?) corrotti e sempre con strabismo circa l’appartenenza come nella tavoletta del lupo e l’agnello”superior stabat lupus, longeque,inferior, agnus…. .
Ai magistrati militanti e pronti allo sciopero se toccati nella tasca spacciata per libertà dal lavoro quanto,quando e come vogliono,dalla deroga all’Ordinamento Giudiziario per fare i giudici a casa propria e sempre senza alcuna responsabilità neanche disciplinare,libertà di vanificare le norme non condivise come da indicazioni della lottizzata ed autoreferenziale terza camera del CSM e circolari del comintern ANM come per il “processo breve” senza telegeniche misure cautelari in carcere e statistica già goduta con avanzamenti di carriera già ottenuti alla faccia di reati già prescritti e per i quali non c’è già stata assoluzione con formula piena .
Leggendo i fatti della politica si potrebbe trovare un modo per parlare dei problemi etici della politica stessa e della giustizia ma questa potrebbe essere altra storia che non piace molto a chi, anche se sciancati e rottamato dagli elettori è profeta della demonizzazione dell’avversario politico.
Non c'è ancora nessun commento.