L’opinione – Terremoto, la grande abbuffata
(di Giampaolo Ceci) – Un mio amico sostiene che ci sono due tipi di terremotati; quelli che riescono a fare affari con la ricostruzione e quelli che si lamentano perché non ci riescono. Io non criminalizzo chi fa affari, l’economia si fonda proprio sull’intraprendenza di queste persone, ma non posso che rilevare quanto il confine tra lecito ed il lecito diventi sempre più sfumato e il funzionamento farraginoso della macchina della giustizia non scoraggi certo dal compiere azioni illegali.
Ormai si sta ingenerando la convinzione che ci sarà una grande abbuffata. Tutti quelli che possono sono pronti a riempirsi la” panza”.
I segnali sono inconfondibili: ai professionisti, che fino a ieri erano alla ricerca di un qualsiasi incarico, vengono proposti lavori compensati con parcelle di centinaia di migliaia di euro.
Alle imprese vengono offerti appalti senza gara a prezzario pieno, agli amministratori di condominio compensi per decine di migliaia di euro per amministrare i consorzi obbligatori (come se un consorzio fosse uguale ad un condominio) che producono redditi largamente superiori ai loro usuali fatturati.
Sono state coinvolte nei controlli, società pubbliche di consulenza con incarichi milionari senza alcuna selezione o criterio oggettivo che giustificasse la scelta.
Dirò di più. Sembra quasi che il reato di truffa ai danni dello stato sia sconosciuto o quantomeno non temuto affatto.
Molti tecnici formano dichiarazioni false a go go, si redigono progetti con lavorazioni inutili che non comportano la riduzione del rischio in caso di futuri terremoti, al solo fine di aumentare l’importo dei lavori su cui” tarare” la parcella; si redigono relazioni geologiche e prove non distruttive assolutamente inutili, vengono rimborsati traslochi fasulli con prezzi non dettati dai lavori effettivamente effettuati. Vengono assegnati con criteri non trasparenti alloggi a persone che dichiarano il falso pur di ottenerne uno o magari due, vengono date incarichi a professionistiche non hanno mai fatto un calcolo strutturale e che si dovranno necessariamente avvalere di altri colleghi a cui girare questa incombenza, mettendoli a gara e lucrando sulla differenza.
Vedo che ci sono imprese “vuote” senza fatturati significativi a cui vengono affidati da privati appalti per milioni di euro, che non potranno che affidare tutto in subappalto ai soliti terzisti affamati. Vedo appalti affidati da amministratori sulla base delle raccomandazioni dei singoli condomini influenti. Vengono stipulati contratti di appalto che farebbero impallidire qualunque mediocre avvocato e che non potranno che aprire contenziosi durante i lavori.
Anche nell’ambito pubblico si registrano casi di presunte collusioni e malaffare anche ai massimi livelli istituzionali (ricordo solo quanto successo per l’appalto dei siti della discarica delle macerie e i recenti rinvii a giudizio di assessori regionali). Gare pilotate e subappalti delle CASE per aiutare gli amici, inchieste in corso per favori e regali sono solo la punta di un iceberg. Almeno nella costruzione delle CASE queste sono state realizzate. Qui si corre il rischio di fare intrallazzi e non fare neppure bene i lavori!
Insomma il terremoto ha prodotto danni e lutti ma, scusate la crudezza, mi pare che anche qui qualcuno stia ridendo.
I controlli attuali sono scarsi e si limitano ad aspetti formali.
Tremo al pensiero di cosa potrebbe accadere quando inizierà la ricostruzione pesante. Troppo ovvia la truffa di contabilizzare lavori non eseguiti, intuibili anche i contenziosi per lavori pagati ma realizzati male.
So bene che il pieno rispetto della legalità è impossibile, anzi sconsigliabile in caso di emergenza.
Capisco anche che nella mentalità corrente non cogliere l’occasione sarebbe inteso come un’azione da sprovveduti perché si presenta una sola volta nella vita, capisco anche che in questi frangenti storici i valori di riferimento non bastano a contenere il fenomeno, è indispensabile però instaurare un efficiente sistema di regole e di controlli che limiti questi fenomeni prevedibili per non far degenerare la ricostruzione in una smisurata fucina di illegalità.
In questo clima e in assenza di regole sulla trasparenza, bisogna stabilire se consentire ai privati di gestire direttamente i contributi statali della ricostruzione pesante.
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