Sulla nostra pelle: no!!
L’Aquila – (di Vincenzo Vittorini) Ora Basta!! E’ arrivato il momento di dire basta alle campagne che si stanno facendo sulla nostra pelle, ma non per il nostro futuro. Solo per interessi biechi di parte. Di una politica veramente bassa che scende in campo solo per i propri interessi.
Con la crisi politica alle porte, stiamo tornando, sta tornando in auge la nostra Tragedia. Famelici omuncoli,nazionali e locali, di una parte e dell’altra, si stanno o staranno per gettare sulla preda. Facendo proclami, facendo promesse, facendo magheggi.
Solo per arraffare voti e consensi, ma non per dare veramente un futuro ad una comunità ferita, uccisa, da un mostro annunciato e dai tanti mostri famelici successivi che cercano di sbranare un corpo dilaniato.
Già, e’ vero. Ma l’Italia, purtroppo, e’ questa da tanti, troppi anni.
Con una classe dirigente che non sa proporre niente di utile per il popolo, ma solo per osannare e mantenere se stessa.
E Noi, a l’Aquila, nel nostro piccolo, vediamo tutto ciò. E fa male!! Male veramente!!
Neanche una tragedia come questa riesce a farci cambiare, a farci interessare agli altri senza interessi personali o di parte. Abbiamo assistito alle passerelle su l’Aquila dei politici nazionali di destra e di sinistra: arrivano, ci commiserano, fanno scena, ma non propongono nulla per il nostro futuro.
Innanzitutto un futuro sicuro in case sicure. Lo saranno le case A, B, e C una volta risistemate? E’ stato fatto un maquillage soltanto o anche e soprattutto l’adeguamento sismico? Penso solo il maquillage, perché nei fondi non era previsto nulla per aumentare la sicurezza.
Ed allora sono state, sono e saranno solo parole quelle ripetute dagli “esperti” che il terremoto si previene con case sicure.
Però le istituzioni ,le caste, parlano e sparlano per difendere se stesse e non la gente.
Oggi scrivo queste cose seduto davanti al “ buco”, alla voragine, della mia casa in via Sturzo 33, dove fino a 16 mesi fa c’era una vita felice, con le problematiche quotidiane, ma felice. Dove c’era il sorriso ed il calore di una moglie e madre speciale ed il sorriso e la forza di una figlia e sorella fantastica. Oggi c’è un buco, recintato, con le fondamenta esposte come le ossa di una gamba con una frattura esposta. Quest’ultima si può riparare, l’altra rimarrà tale per sempre.
Ed allora non permettiamo a nessuno di giocare sulla nostra pelle.
Diciamo grazie per quanto fatto nell’emergenza, ma non strisciamo, non diventiamo sudditi ,per un tozzo di pane o peggio per delle briciole.
Tanto, Immenso, è il da fare per far tornare a vivere la nostra città. Ma una vita nuova fatta sì di case, di materialità, ma anche e soprattutto di rispetto, di aiuto, di unione, di presa in carico di responsabilità.
Facciamo partire da Noi un messaggio che vada oltre i colori politici, ma che abbia come unico valore l’amore per la nostra Città e la nostra Gente. Altrimenti saremo sempre in balia del leader di turno che arriva, saluta, abbraccia, dà pacche sulle spalle, si mostra ferito e capace di chissà che cosa e poi……… nulla:il nulla. Tutto ciò per arraffare i voti , badate, non i consensi, per continuare a fare, cioè a non fare,per tutti noi.
E’ con un grande dolore nel cuore che penso che questo nostro Paese non è ancora una Nazione. Per assurgere a Nazione bisogna partire dalle piccole cose per poi fare le grandi, ma avendo sempre ben chiaro nella nostra mente l’interesse della Gente e non gli interessi di “pochi” o peggio di “uno”.
Su di Noi, sulla nostra Tragedia, ci sono delle iene fameliche pronte a sbranarci. Non lo permettiamo. Non permettiamo che sulla nostra pelle si possa fare la prossima campagna elettorale.
Noi tutti possiamo farcela, mostrando che forza abbiamo dentro, ma basandola sull’unione di intenti.
Lo dobbiamo a Noi, ma soprattutto a Coloro che da quella notte maledetta non possono più parlare. Per loro chiediamo anche la Verità sulla gestione del lungo periodo prima del sisma.
Squarciamo il silenzio di Stato, squarciamo tutti insieme la melma che l’Italia non merita e Noi men che meno.
Ricostruiamo il centro della nostra città solo dove è possibile: abbattiamo ciò che non reggerà in futuro altre scosse, non badiamo sempre al business, ma badiamo una volta al cuore. Forse permetterà di salvare delle vite, quelle vite che quella notte abbiamo perso per sempre.
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