Teramo, scoperchiata la pentola d’oro
Teramo – La città dei potenti e degli ex potenti oggi “in sonno” o semplicemente in parcheggio in attesa di tempi politici più propizi, ha perso il sonno. Gli uomini del ministro Tremonti, piombati in città , hanno scoperchiato la pentola d’oro. Oggi Il Centro titola: “Dieci anni di atti sospetti”. C’è un dossier di 400 pagine, riferisce il quotidiano, elaborato dagli ispettori, all’attenzione della Corte di conti. Procura della Corte, quell’organismo giudiziario che rifà i conti e verifica la congruità di spese e sprechi: se ci sono stati. A molti pare proprio di sì. La città che ha contato, e sotto sotto forse conta ancora, è in fibrillazione. Pentola d’oro di chi? Della Provincia, a quanto pare, dove per tanto tempo e sotto diverse bandiere ci si sarebbe trattati bene, senza risparmio: stipendi, aumenti, privilegi, consulenze, progetti affidati a professionisti esterni. Sembrava la provincia di Parigi, non quella di Teramo. Una manna. Tutto tra il 1999 e il 2010 compreso. Sono, sempre secondo Il Centro ha ha ricevuto una esauriente documentazione, anni di dominio e influenza politica, di atti d’autorità messi in campo anche da gente che ora non c’è più, perchè in pensione. Il dossier recapitato al quotidiano, pare a cura di un politico di centrodestra, è in sostanza una “verifica contabile e amministrativa sull’operato della Provincia di Teramo”. Ci sono irregolarità e carenze, dicono gli inviati di Tremonti, che hanno lavorato dal gennaio scorso scartabellando migliaia di fogli. Gli ispettori sono stati guidati da Cesare Carassai, Ragioneria generale dello Stato. Perchè è stata presa di mira la Provincia di Teramo? Per via di un esposto, viene spiegato. Che evidentemente è apparso ai suoi destinatari alquanto fondato e suscettibile di approfondimenti, perchè sicuramente anche altri enti locali, non solo a Teramo, hanno qualcosa da farsi perdonare in tema di spese e sprechi. Il tasto dolente delle consulenze e degli incarichi progettuali affidati a professionisti esterni, quanto ben retribuiti, non sono un male locale. Ne sa qualcosa anche la Regione Abruzzo. Spesso la politica deve pagare debiti elettorali, e lo fa per via traverse, premiando questo e quello anche in modo indiretto. Gli ispettori hanno lavorato a lungo e spedito a fine luglio copia del dossier per Tremonti anche al presidente attuale, Walter Catarra. Che forse è anche caduto dalla sedia ricevendolo. Infatti, una cosa è facilmente prevedibile: all’orizzonte si addensano nuvoloni carichi di procella. E la politica teramana? Per ora tace, porudente: forse vuol capire chi c’è dentro questa pentola d’oro. Pensoso e forse stupefatto anche il presidente Chiodi, che fu sindaco di Teramo, si chiederà chi c’è di mezzo.
Non c'è ancora nessun commento.