Arrestato Stati (3): Daniela dimissionaria – L’inchiesta si riferisce a ipotesi di corruzione


L’Aquila – NON SOLDI, MA SUCCOSI REGALI? – L’assessore regionale alla protezione civile, Daniela Stati, si è dimessa. La giunta regionale le ha espresso solidarietà e apprezzamento per il lavoro svolto, auspicando una rapida conclusione dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Ezio Stati (avvenuto oggi) e di altre due persone, tra le quali il compagno di Daniela Stati. L’ex assessore, per il momento, appare coinvolta secondo la Procura, ed è stato ritenuto necessario inibirla da qualsiasi incombenza pubblica. Le dimissioni appaiono quindi non solo opportune, ma anche inevitabili. In mattinata si è appreso che le accuse parlano di corruzione, tangenti in relazione alle varie fasi della ricostruzione nel dopoterremoto. Secondo alcune fonti non in denaro, ma in regali di valore, come gioielli e automobili, fatti arrivare come “gentili presenti” da chi aspirava a trartre vantaggi dai succosi appalti per la ricostruzione. Le indagini proseguono e potranno riguardare ovviamente anche i corruttori. Vincenzo Angeloni, uno dei tre arrestati, è un ex parlamentare, noto anche in relazione alle vicende della società calcistica Valle del Giovenco. La Procura parla di prove evidenti di favori e utilità per gli accusati, mediante doni e altr benefici elargiti da chi aveva interesse a partecipare alla ricostruzione. In altre parole, appunto, tangenti. Un’altra brutta storia tra le ormai tante che si scoprono nel difficile momento della ricostruzione. Dove sono molti soldi, appaiono inevitabilmente anche molti interessi e illeciti.
Nella tarda mattinata, è apparsa meglio definita la vicenda giudiziaria nel suo insieme. E’ la corruzione il reato ipotizzato nei confronti degli indagati. Oltre agli arrestati e’ indagata anche la figlia di Ezio Stati, Daniela, che ha anche la delega all’ambiente e sulla quale pende un provvedimento interdittivo dai pubblici uffici ma prima di ogni misura dovra’ essere ascoltata dal gip. Il procuratore Rossini parla di “favori e utilita’ ricevuti per aver compiuto attivita’ contrari ai compiti e ai doversi connessi alla funzione pubblica ricoperta”. Rossini evidenzia anche lo “scrupoloso lavoro di riscontro”. Secondo l’accusa “il quadro probatorio che emerge appare incontestabile considerato che vi sono prove evidenti dei ‘doni’ e delle utilita’ che i privati hanno corrisposto al pubblico ufficiale e alle persone a lei vicine al fine di ottenere il vantaggio di essere inseriti nella lista di beneficiari per fatti e atti connessi alla ricostruzione post sisma 2009. Le indagini sono tuttora in corso e allo stato degli atti – ha affermato Rossini – non sono indagati altri soggetti con incarichi rilevanti nell’ambito regionale e della Protezione civile nazionale”.
La notizia degli arresti e dell’inchiesta sulla Stati è stata diffusa con evidenza da tutti i giornali radio e telegiornali nazionali fin dalle 10 di questa mattina.


02 Agosto 2010

Categoria : Cronaca
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