Cialente infuriato: paghiamo le proteste
L’Aquila – Voce spezzata dall’emozione, anzi della rabbia, il sindaco apre le ostilità e attacca. “Ci hanno prima presi a bastonate, e adesso vogliono sfilarci dalle mani la città e il suo futuro”. “Berlusconi non pensi di ripulirsi la faccia per la seconda volta sulla nostra tragedia”. Il primo dei cittadini aquilani, che è ance vice commissario alla ricostruzione, è intenzionato ad opporsi al “ghe pensi mi” di Berlusconi, che vuole sfilare la ricostruzione alle istituzioni abruzzesi e aquilane, e occuparsene in prima persona insieme con il fidato e multiforme Gianni Letta: ricorrerà, ha detto questa mattina, al Quirinale. Andrà da Napolitano, se necessario, a gridargli tutto lo sdegno provocato dalle parole del premier, che ha dato degli incapaci e degli inetti agli amministratori aquilani e del cratere. E in sostanza li ha definiti incapaci, dopo 16 mesi, di produrre risultati, pur in presenza di adeguate risorse erogate dal Governo.
Cialente invece va su tutte le furie e dice: “Stiamo pagando le proteste, le sollecitazioni perchè arrivassero i soldi. Ora Berrlusconi vuole recuperare lo show, le passerelle, e magari vuole mandarci qualcuno di sua fiducia a gestire tutto. Chi sarà, forse Balducci? In comune ci sono mandati di pagamento pronti. Ma per sei mesi ci hanno lasciati senza un euro, siamo stati abbandonati. Quando abbiamo protestato, ci hanno presi a bastonate, e poi si sono mossi, ora vogliono riappropriarsi della gestione della ricostruzione mandandoci chi sa chi”. Il sindaco è infuriato, ma lo sono anche i cittadini, riuniti in assemblea permanente in piazza Duomo. La tensione oggi a L’Aquila appare palpabile, almeno tra coloro che sono informati della presa di posizione del premier. Il vero problema, cioè 16 mesi senza muovere una pietra e senza neppure parlare concretamente di ricostruzione, ha prodotto crisi di nervi, isterismi, reazioni a catena.
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