PD: “Legge o tassa subito per L’Aquila”
L’Aquila – Tanti: 130 in tutto i parlamentari del PD giunti stasera a L’Aquila, con il segretario del partito Bersani e l’ex Franceschini, accolti dal sindaco e dall’on.Lolli. Hanno girato, guardato, provato dolore e stupore perchè – come dicono tutti – in tv le cose si percepiscono diversamente. Dal vero, sono un pugno nello stomaco. La città è distrutta davvero, il centro storico è frammentato, diruto, ormai anche preda di rifiuti e vegetazione selvaggia, rottami, materiale edilizio, pietre, frammenti di pareti, muri, intonaci, travi di soffitti, una comunità finita in pezzi in meno di un minuto, mentre i grandi esperti ostentavano calma e scetticismo sulla possibilità che arrivasse il piccolo (ma non tanto) big-one aquilano. Il piccolo grande terremoto che ha spezzettato 70.000 esistenze ordinarie nella sola città , e altre migliaia tutt’intorno, nel cratere. Molti politici del PD avevano già visto, ma la maggior parte no: solo tv. Oggi sanno, dentro di loro capiscono quanto abbia bruciato nel cuore della gente oltraggiata quella risata di chi mentre la terra ballava, pensava già agli affari. Ferite cocenti, indimenticabili. Colpi di spada nelle vite degli aquilani.
Il Partito democratico non è in maggioranza, non governa, ma governava in altri terremoti. Ben lo ricorda Bersani, che dice: “Bisogna fare come facemmo in altri terremoti, un progetto ben congegnato, una legge apposita. Se il Governo non ha le risorse, ricorra alla solidarietà degli italiani: una tassa di scopo”. Sono i due obiettivi che anche il PD ritiene ineludibili: o una legge per L’Aquila per garantire erogazioni regolari di risorse (1 miliardo o uno e mezzo l’anno) per almeno sette anni; oppure, appunto, la tassa di scopo che non attinga nelle tasche degli italiani, ma faccia appello allo spirito di solidarietà . Non si scappa. Il gruppo gira, guarda, parla con la gente. Poi, a sera, tutti sotto il tendone di piazza Duomo, e fioccano le polemiche, era scontato. Franceschini dice: “Una vergogna della politica, usare L’Aquila distrutta come vetrina internazionale, e poi spegnere le luci, distogliere l’attenzione. Norme e soldi certi, oppure tassa di scopo”. Il dibattito in piazza va ben oltre, qualcuno incolpa anche l’opposizione, altri si scagliano a prescindere contro i politici perchè sono politici. La gente è esasperata, e chi non la comprende? Bersani e i suoi se ne vanno forse anche un po’ amareggiati, ma sicuramente carichi di buoni propositi, con l’impegno morale di dare un contributo. Magari tutti i partiti facessero il loro pellegrinaggio a L’Aquila. L’unica cosa è toccare con mano.
In serata, prima del commiato, un’idea che può essere utile. “Ci mettiamo al servizio di una operazione che nasca dal dibattito dei cittadini de L’Aquila: se faranno una proposta di legge di iniziativa popolare, noi raccoglieremo le firme in tutta Italia per sostenerla”. Lo ha detto il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, parlando all’interno della tenda divenuta sede del coordinamento cittadino de L’Aquila. “Se questa proposta fosse pronta a settembre – rilancia Bersani – noi faremo la nostra parte, a cominciare dalla Festa nazionale del partito a Torino”.
(Nella foto, il centro la mattina dell’8 aprile 2009)
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