La rivolta delle imprese: ANCE, rinnovare


L’Aquila – TRASCURATI E NON PAGATI, ORA ANCHE BEFFATI? – Non è il luglio della rivoluzione francese, ma sempre rivoluzione è. E anche pesante. A scendere in campo sono le imprese aquilane e del comprensorio, un centinaio, che hanno deciso di sollecitare l’ANCE (la loro associazione di categoria) a cambiare musica e a rinnovarsi, visto che, sostengono le imprese ribelli, fino ad oggi e soprattutto nel dopo-terremoto, le cose sono andate e stanno andando molto male. All’ANCE le imprese chiedono più polso, più difesa della categoria, più apertura verso le esigenze di chi “non ha santi in paradiso” e finisce con il restare escluso da tutti i lavori più succosi e interessanti. Giovedì pomeriggio una delegazione di sei impresari, in rappresentanza però di tutte le cento ditte (che hanno sottoscritto un documento) si troverà faccia a faccia con l’ANCE, alla quale esporrà i problemi, le cose che non vanno, chiedendo un’assemblea per il rinnovo di tutte le cariche. Un cambio di pagina deciso.
Quali sono i problemi delle imprese? Molti e pesanti, riassumibili in poche parole: mancanza di tutela, assalto alla diligenza di imprese che stanno arrivando da fuori nel cratere sismico, mancati pagamenti e attese troppo lunghe per poter essere sopportate senza irreparabili danni ai titolari delle ditte, ai loro dipendenti, ma anche ai loro fornitori. L’economia del cratere si fonda anche sull’attività edilizia, che è essenziale in una zona che ha bisogno di riparazioni e ricostruzioni. Ci si prepara alla ricostruzione, Chiodi ha garantito che ci sono 2,7 miliardi disponibili. Gli aquilani e i residenti nel cratere non possono scomparire di fronte a “invasori” che giungono da fuori, oppure di fronte a grossi nomi locali che immancabilmente vicono tutti gli appalti più significativi, lasciando a bocca asciutta gli altri. Trasparenza, correttezza e maggiore efficienza a tutela della categoria, ecco cosa chiedono (e hanno sempre chiesto) le imprese aquilane. Ma ora lo faranno a voce alta, perchè la situazione sta, dicono, davvero precipitando verso livelli gravissimi di inerzia, sfiducia e confusione. Sentiremo come andrà a finire l’incontro di giovedì con l’ANCE.


27 Luglio 2010

Categoria : Cronaca
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