L’opinione: l’amaro calice della Provincia
L’Aquila – (di Amedeo Esposito, giornalista e storico aquilano) – Allora è vero! Molti (o sono i più?) “non giocano” alla ricostruzione della città tanto amata dagli aquilani. Il “giocatore d’attacco” più visibile oggi sembra essere il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, il quale ha annunciato che costruirà una sua nuova sede fuori le mura, precisamente nella zona di Acquasanta (o Torretta) E i palazzi della provincia nel centro storico chi li abiterà una volta (se una volta ci sarà) ricostruiti?
Il costo dell’operazione è stato calcolato in 15 milioni di euro. Una bella somma per allontanare una struttura – quella della provincia – da tutte le altre, ad essa funzionali, che ospitano o ospitavano prima del sisma gli uffici pubblici, parte integrante del tessuto ambientale e architettonico della città.
Una domanda sorge spontanea: la città è di chi, senza avere il senso della storia locale, sur rettiziamente pensa che si possa variare il corso del suo cammino secolare?
La precedente presa di posizione. sempre di Del Corvo, sulla provvisoria sede della biblioteca “Salvatore Tmmasi” ne è la riprova. Del Corvo ha possibilità di avvalersi degli “orientamenti” dei suoi sodali che siedono in comune, tutti protesi all’abbattimento dell’ultimo “baluardo rosso” in Abruzzo, ma non ignori che L’Aquila fu, fra l’altro, la “città ideale” di Nietzsche, così com’era e come dovrebbe tornare ad essere.
Ancora un calice amaro è stato posto dinanzi ad ogni aquilano vero.
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