Latte, allevatori presi per il collo


mungituraOfena – Prezzo del latte alla stalla, crolli continui e ribassi senza pietà. Lo denuncia l’associazione allevatori Cospa. Dino Rossi, allegando una comunicazione della ditta Del Giudice che parla di crisi e di diminuzione dei consumi, e offre 36 centesimi ai produttori, scrive: “Si barricano dietro al fatto che ci sia una recessione di consumi interni dovuta a vari fattori legati principalmente alle grandi distribuzioni le quali importano il latte dai paesi membri. Uno di questi è la Baviera dove arrivano autocisterne dai paesi dell’est piene di latte e da lì vengono fatti i vari smistamenti a seconda della richiesta. Anche in Italia abbiamo un grande centro di smistamento che si trova vicino l’autostrada del Brennero, da lì partono le autocisterne per il centro-sud.
Insomma possiamo dire che il latte è tutto bianco, ma chi ci dice cosa succede all’interno delle grosse centrali? Siamo sicuri che le ASL facciano il proprio dovere o magari chiudono un occhio?
E’ evidente che le grandi ditte di trasformazione come la Granarolo, Parmalat, Sterilgarda, ecc….. confezionano per le grandi distribuzioni, quindi qualsiasi confezione anche se di diverso marchio, contiene sempre lo stesso prodotto, con una differenza, che quello delle grandi distribuzioni viene venduto a prezzi stracciati, quasi quanto dovrebbe costare il latte alla stalla: quindi non può essere latte italiano”.
Ma torniamo adesso – dice Rossi – alle ditte trasformatrici: “Chi lavora il latte di raccolta invece adotta un’altra politica, promuove concorsi a punti, fa campagna informativa sulla qualità a spese di chi produce, visto che il latte alla stalla seguita a scendere mentre il prezzo al rivenditore rimane invariato. Cosa stanno facendo le associazioni di categoria?
Una cosa è certa: tacciono e noi ci chiediamo come mai sono state zitte l’anno scorso quando c’era una grande scarsità di latte dovuta al caro gasolio e quando hanno parlato hanno divulgato il falso dicendo che c’era una forte richiesta dal mercato cinese”.
Un’altra cosa che ci penalizza, ricorda Rossi: è che mentre noi allevatori dobbiamo garantire la tracciabilità per un prodotto di qualità secondo quanto riportato dal codice del consumo, i caseifici acquistano il latte e le cagliate estere, rendendo vano il nostro impegno, vendendo così il prodotto finito come se fosse italiano traendo in inganno i consumatori.
Il Cospa abruzzo per porre rimedio a questo fenomeno, per giovedì sera alle ore 18,30 ha invitato l’Assessore Regionale all’Agricoltura Mauro Febo al quale verrà consegnata una proposta di legge “salva aziende” al fine di far ripartire il volano dell’economia regionale e nello stesso tempo garantire al consumatore un prodotto veramente abruzzese.


22 Marzo 2009

Categoria : Cronaca
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