Ordinanze, un ginepraio caotico e confuso
L’Aquila – (di Fabio Pelini, segretario PRC-SE) – BERTOLASO HA TORTO, CI VUOLE UNA LEGGE SPECIALE – Ci vuole davvero una gran faccia tosta per affermare – come ha fatto Bertolaso – che L’Aquila non ha bisogno di una legge speciale, mentre la ricostruzione è ferma da mesi, i soldi languono finanche per la gestione post-emergenziale ed il sistema delle ordinanze ha generato un ginepraio inestricabile e colmo di contraddizioni. Mentre nel contempo, di fronte ai debiti nei confronti degli albergatori lasciati non dagli enti locali, ma dalla sua “efficientissima” gestione, si giustifica tirando fuori una storiella su presunti doverosi controlli della Guardia di Finanza a cui non crederebbe neppure un bambino.
Ciliegina sulla torta, il grande capo della Protezione civile – rimasto impunemente al suo posto nonostante gli scandali delle cricche – afferma senza vergogna che gli alberghi sono pieni di turisti e non più di sfollati “che sono tornati quasi tutti a casa”, facendo finta di non sapere che dopo oltre 15 mesi dal sisma ci sono 3127 aquilani che soffrono per un esilio forzato in alberghi lontani dalla città e 25585 persone in autonoma sistemazione, sparse per tutta la regione e anche fuori.
Fortunatamente, dopo tanta propaganda subita sulla propria pelle, gli aquilani hanno scoperto il bluff di Berlusconi e Bertolaso, e chiedono con forza una legge organica che stabilisca fondi veri e tempi certi nell’erogazione degli stessi per ricostruire finalmente la nostra città.
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