“Albòre Mascia e le prese in giro”
Pescara – (di Paola Marchegiani, consigliere comunale del PED) – Che dire della “lunga lettera” indirizzata dal sindaco a Luigi Vicinanza, direttore del Centro, e spacciata invece come una lettera a “tutti i pescaresi”? Già a prima vista ha il sapore di una presa in giro, neppure troppo sottilmente concepita. Le ventilate 3 “mosse” per rilanciare Pescara (“sicurezza, collaborazione e provvedimenti concreti”) e “dare un’impronta” alla nostra città si riducono ad una formula vuota, piena solo di parole ma del tutto priva di contenuti. È proprio quando si scende sul terreno dei contenuti, infatti, che si è costretti a constatare che un anno di governo del centrodestra è passato inutilmente. Il sindaco dice che Pescara è oggi più sicura, forse perché sono stati cacciati dalla riviera gli ambulanti immigrati, guardati a vista dai celerini sguinzagliati davanti alla fontana di Cascella, i quali però non vedono (o fanno finta di non vedere) gli abusivi, spesso con precedenti penali, che tutte le notti e le domeniche spadroneggiano nel prospiciente parcheggio di Piazza I maggio. Non è certo instaurando un fittizio e inquietante stato di polizia che si rilancia una città tradizionalmente “vicina”, aperta e tollerante come Pescara! Quanto ai “rapporti di collaborazione con le energie produttive” del territorio, si può dire che ne siano scaturiti risultati solo in grazia delle iniziative già avviate dalla precedente Amministrazione guidata da Luciano D’Alfonso. Si ha l’impressione che Albore Mascia, costretto suo malgrado a confrontarsi con l’azione, le opere e la personalità del suo predecessore, aspiri segretamente e quasi inconfessabilmente a ripercorrerne le orme, sbandierando ai quattro venti la discontinuità del proprio governo, ma rendendosi conto in realtà che solo proseguendo sulla via già tracciata è possibile continuare a far crescere la nostra città. Laddove infatti l’attuale Amministrazione tenta di percorrere nuove strade, mettendo il marchio su iniziative proprie e autonomamente studiate, è destinata a naufragare miseramente… Esemplare il caso del Festival dannunziano (che potrebbe essere annoverato tra i rarissimi “provvedimenti concreti”). Sulle pagine del Centro il sindaco si pavoneggia per l’evento, difendendolo a spada tratta, cito testualmente, anche come occasione per stimolare “le compagini culturali locali che dovranno confrontarsi con forze esterne all’Abruzzo”, invitandole ad uscire dal loro provincialismo. Si tratta di parole inaudite e oltremodo oltraggiose per la cultura pescarese, da sempre abituata a confrontarsi con l’Europa e il mondo. Il provincialismo di ritorno cui s’ispira invece il Festival dannunziano è sotto gli occhi di tutti. In un programma che non può, ahimè, vantare studiosi di D’Annunzio di fama internazionale, spicca, al contrario, non solo il nome del direttore artistico (l’ormai tristemente noto Stefano Angelucci Marino), ma anche quello di certo Gianandrea de Antonellis, direttore tecnico-organizzativo nientemeno che per il settore “letteratura” e componente del Comitato tecnico-scientifico. Di detto de Antonellis (col “d” minuscolo), peraltro laureato in Giurisprudenza e del tutto ignoto come studioso di D’Annunzio, si legge su Internet che insegna letteratura italiana all’Università Europea di Roma. Tutti sul web possono documentarsi sulla natura e il prestigio di questa struttura non statale legalmente riconosciuta, il cui Ente promotore è la Congregazione cattolica dei Legionari di Cristo. A sua volta tale congrega, si legge ancora su Wikimedia Italia, “fu fondata nel 1941 dal sacerdote messicano Marcial Maciel, sospeso a divinis il 19 maggio 2006 dalla Congregazione per la dottrina della fede”. È questa l’Europa, è questo il mondo con cui Luigi Albore Mascia vorrebbe far confrontare gli operatori culturali di Pescara, e così pretende di “ricostruire l’immagine ufficiale dell’Ente Comune”? Mi sembra che la nostra città non meriti tanto degrado. Spiace solo che nomi e istituzioni che per anni hanno onorato la cultura pescarese, ignari di quanto si muoveva dietro le quinte, abbiano accettato di far parte di un carrozzone di tal fatta. .
(Nella foto il sindaco di Pescara, Albore Mascia)
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