Il sisma devastante perchè superficiale: la città è proprio sulla faglia principale
L’Aquila – Parola dei sismologi più importanti del mondo, dalla California al Giappone, alla Cina, alla Grecia: il terremoto del 6 aprile fu devastante perchè superficiale (ipocentro a meno di 10 km di profondità ), e la città ne ha risentito così tanto perchè sorge proprio sopra alla faglia principale. Verdetto senza appello: la magnitudo locale fu 5,8 Richter. Lo sciame in corso è sicuramente lungo, ma rientra nella normalità di quanto si conosce sui terremoti, unendo tutti i dati in possesso degli scienzati. Lo dicono i sismologi, al termine, oggi, del loro convegno scientifico tenutosi a L’Aquila. I terremoti sono tutti più o meno uguali nello loro svolgimento, si somigliano tutti, e possono essere differenti le conseguenze secondo la natura del suolo e la profondità dell’ipocentro. Ma, tutto sommato, si ha sempre a che fare con fenomeni assolutamente imprevedibili, sui quali è possibile soltanto una predizione approssimativa basata sui dati statistici e storici. Non ci si aspettava molto di più da un convegno di sismologi, indetto da un’associazione mondiale di cui è presidente il massimo specialista californiano in materia. La città continua a perdere, pezzo dopo pezzo, la sua più tipica identità : è in corso l’imbracamento di diversi colonne dei portici di Corso Vittorio Emanuele. Il salotto buono, il luogo più tipico dell’Aquila, il posto in cui tutti hanno trascorso parte della loro vita. Una coltellata al cuore per molti, ammutoliti dallo sconcerto, ormai senza più nè la forza, nè la voglia di parlare.
Oggi a Montesilvano il leader della CILS nazionale, Bonanni, ha detto: “Il sindaco dell’Aquila dice di voler convocare i migliori architetti per rimettere in piedi la città . Io dico che non basta. Occorrono stuoli di restauratori, di specialisti, perchè L’Aquila deve tornare esattamente com’era, architetti, ingegneri e geometri non bastano”. Questi ultimi, intanto, confermano tramite i loro ordini professionali di volersi mettere a disposizione volontariamente per progettare la ricostruzione.
La sola certezza, al momento attuale, in materia di ricostruzione (o meglio, costruzione) sono i moduli abitativi, le “casette” provvisorie che sorgeranno in venti aree periferiche. Inizio lavori, subito, parola di Bertolaso, come leggete in un altro servizio sul sito, in data di oggi. (G.Col.)
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