“Pensavamo fosse tempo di fatti”
L’Aquila – Da Anna Lucia Bonanni riceviamo: “Preciso che le mie valutazioni sono espresse a tiolo personale, in quanto non ancora condivise nell’assemblea dei cittadini. Nel corso della conferenza stampa di ieri, in cui il Commissario Chiodi ha presentato nomi altisonanti che dovrebbero partecipare a un grande laboratorio di idee da cui finalmente dovrebbe scaturire la rinascita della città, ho espresso considerazioni e domande di buon senso, che qui preciso.
Dopo 15 mesi dal terremoto, pensavamo che si dovesse essere alla fase dei FATTI, non delle idee. Questa commissione andava messa in piedi un anno fa.
Oggi, ci aspettavamo di conoscere finalmente i Master plan, sia su piazza d’Armi (la cui presentazione era stata promessa da Cialente per il 4 luglio), sia su tutta la città. Non si è più parlato, per esempio, dell’Auditorium al Castello, del teatro di Cucinella a piazza d’Armi, tutti i progetti che non sono mai stati presentati ai cittadini.
Ritengo necessario un confronto culturale ampio sul futuro della città, anche per pensare alla sua rinascita economica. Il problema è capire se questa nuova commissione sia lo strumento giusto. E’ stato detto che andrà ad ampliare la struttura tecnica di missione dell’Architetto Fontana.
Intanto, finora, la struttura di missione di Fontana non è stata nemmeno completata nelle assunzioni di personale, mentre avrebbe dovuto dare lavoro a tecnici aquilani attraverso regolari concorsi. Mi risulta che finora siano state fatte solo assunzioni a chiamata diretta, mentre la Regione continua a pagare gli oltre 200 tecnici di _Abruzzo Engeeniering rimasti senza commesse e senza lavoro.
In secondo luogo, non mi pare che la struttura di missione abbia prodotto strumenti utili a una ricostruzione efficace e veloce. Ancora a fine maggio, Fontana, intervenendo a un convegno nel tendone di Piazza Duomo, aveva candidamente ammesso che si stava lavorando da due mesi sulle norme per le case E e che ancora non se ne veniva fuori. Le sue linee guida non solo non hanno accelerato i tempi della ricostruzione, ma di fatto consistono in un provvedimento dilatorio.
Ora, la nuova commissione di cui si parla, al di là di ogni valutazione nel merito, è ancora una volta calata dall’alto sulla testa dei cittadini, dei quali nessuna istituzione finora ha pensato di mappare i bisogni attraverso indagine conoscitive. (L’assemblea cittadina lo sta facendo nei progetti C.A.S.E. attraverso un questionario redatto e distribuito da esperti con uno sforzo totalmente volontario).
Mentre questo laboratorio di idee si mette in funzione (e dovrà avere il tempo di conoscere ed elaborare), la città e il territorio rischiano molto concretamente di morire.
Questa è la cosa più sconcertante: a una settimana da una grande mobilitazione, che dura ormai da mesi, in cui i cittadini e le loro istituzioni rappresentative locali hanno fatto richieste precise e concrete al governo, il Commissario di quel governo, invece di impegnarsi nella soluzione dei problemi più pressanti, come per esempio una ulteriore dilazione del pagamento delle tasse, che darebbe respiro all’economia, viene ancora una volta a offrire promesse mirabolanti, dimostrando uno scollamento totale tra la realtà dei fatti e i velleitari sogni di grandezza, per cui L’Aquila viene paragonata a una nuova Berlino.
In conferenza stampa, ho chiesto ai politici presenti se secondo loro un cittadino comune, per esempio un lavoratore autonomo che oggi si trova a pagare migliaia di euro di INPS, anche se ha lavorato poco e si è coperto di debiti per riaprire un’attività, si sentirà confortato alla notizia che è in arrivo questo grande pool di esperti.
Mi chiedo cosa penseranno i giovani architetti e tecnici aquilani che faticano a trovare lavoro nel cosiddetto cantiere più grande d’Europa!
Inoltre: con quali soldi saranno pagati tutti questi esperti, visto che ancora non si riescono a pagare i contributi per l’autonoma sistemazione, gli alberghi, o le ditte che stanno lavorando?
E ancora: in che conto saranno tenuti i progetti elaborati dalle intelligenze locali, che certo non mancano? Quale sarà il livello di partecipazione dei cittadini? Nessuno degli attori in campo ha dimostrato finora di tenere in alcun conto la partecipazione e il meno disponibile, al di là delle dichiarazioni di facciata nel corso di qualche momento pubblico, è stato proprio Fontana.
Il sindaco Cialente e l’assessore Pezzopane sono venuti domenica scorsa nell’assemblea cittadina a ribadirci massima apertura alla partecipazione impegnandosi ad un confronto diretto e continuo sui temi della ripianificazione, e, invece, anche questa volta abbiamo dovuto apprendere dalla stampa che vogliono perseguire un’idea mirabolante per la nostra città e per il nostro territorio e che c’è quindi bisogno di un “gruppo di esperti di valore mondiale”.
Emblematico è il fatto che mentre da un lato ci dicono che non ci sono i soldi, dall’altro si continua in maniera estemporanea ad alzare il livello delle progettazioni e dei conseguenti impegni finanziari. Insomma, nella migliore delle ipotesi, siamo di fronte al solito tentativo di gettare fumo negli occhi, di regalare sogni e promesse, che tanto non costano nulla, a un territorio allo stremo e a gente ormai esasperata di fronte a una realtà sconfortante.
Nella peggiore delle ipotesi c’è il rischio molto concreto di pericolosi tentativi di speculazione, di grandi operazioni immobiliari nobilitate da grandi nomi, senza che invece si sia ridato vita al tessuto economico e produttivo della città”.
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