Si pensa finalmente alla ricostruzione – Finora solo puntelli e impalcature per i ruderi
L’Aquila – Parte il 26 luglio la nuova fase della ricostruzione. Un percorso che aprirà “la stagione del confronto e della partecipazione con i cittadini aquilani”. È questo il tema centrale del workshop che stamani il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, ha annunciato oggi in conferenza stampa insieme con il vicecommissario Massimo Cialente e il responsabile della Struttura tecnica di missione, Gaetano Fontana, il presidente della Provincia Del Corvo, il vicepresidente del consiglio Giorgio De Matteis. L’appuntamento del 26 luglio, dal tema “Ricostruzione: strategie per il futuro”, sarà l’occasione per presentare “il nuovo laboratorio di idee”, come lo ha definito il commissario Gianni Chiodi, “che darà all’Aquila la spinta decisiva verso la ripresa”. Il gruppo di lavoro, sarà composto da esponenti di spicco come: Vittorio Magnano Lampugnani, urbanista che ha partecipato al processo di ricostruzione di Berlino, Cesare Trevisani, vicepresidente per le Infrastrutture, logistica e mobilità di Confindustria, Paolo Leon, economista, ordinario di Economia pubblica presso la facoltà di Economia all’Università degli Studi di Roma Tre e Aldo Bonomi, sociologo, dirigente dell’Istituto di ricerca AASTER (associazione agenti sviluppo territorio, Milano). “Ci vogliamo avvalere delle massime competenze disponibili” ha dichiarato Chiodi, “la ricostruzione dovrà mirare alla crescita economica del territorio e a dare spazio e futuro ai giovani, sempre pensando che la ricostruzione non sia soltanto materiale”. Per Cialente, invece, “L’Aquila può diventare per il Paese una vetrina del saper progettare e del saper fare, dobbiamo avere i mezzi per sciogliere i nodi ed organizzare una città moderna”. Per Gaetano Fontana, responsabile della STM, “le persone chiamate a partecipare, sono massimi esperti nei rispettivi campi e si tratta comunque di un gruppo aperto che prevede il coinvolgimento di altri esperti, pronto a recepire anche i segnali esterni”. (Nella foto Collemaggio. Tenere in piedi ciò che resta delle chiese, tuttavia, non signfica ricostruzione: per quella è ancora il momento zero, sul piano dei fatti concreti)
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