Il grazie di Armando


L’Aquila – Riceviamo: “Spett.le redazione, mi chiamo Cianca Armando,sono sposato e padre di due bambine.
Ho deciso di scrivere questa lettera aperta per raccontare a tutti della grande solidarietà che con amore mi viene donata dal giorno in cui ho subito un gravissimo incidente di moto.
Una mattina di estate 2007, mentre tornavo a casa, una disattenzione durante la guida mi è stata fatale e la moto che guidavo, come un cavallo imbizzarito, mi ha disarcionato con violenza. Quel giorno, credo che un miracolo abbia fatto in modo che i medici mi tenessero in vita. In seguito le mie condizioni di salute però non mi hanno più permesso di lavorare e per questo ho avuto difficoltà a fronteggiare molte spese essenziali, tra cui il mutuo della casa.
Quel momento infausto che ha cambiato radicalmente la mia vita mi è rimasto inciso nella mente. Da allora i giorni mi scorrono lenti, come i passi che ho cominciato a rimuovere.
La mia passione di sempre è quella per il calcio.
Per tanti anni, iscritto ad un’associazione di ultras, organizzavo con gli altri membri di ultras, la tifoseria ad ogni partita.
Appena dopo il mio incidente è accaduta una cosa straordinaria che non smetterà di commuovermi.
Due associazioni di ultras ex N.A.M. e RED BLUE EAGLES,si sono attivati in un progetto di solidarietà nei miei confronti.
Questo foltissimo numero di amici si è stretto in torno a me e alla mia famiglia dedicandoci attenzioni ed assistenza perchè non ci mancasse nulla. Quando ero in coma farmacologico, sulla gratinata dello stadio hanno esposto uno striscione con la scritta “ASPETTANDO ARMANDO”. Durante altre partite hanno indossato tutti la maglia con la scritta “ARMANDO NON MOLLARE!!”.
Sono stati i promotori di un torneo di beneficienza il cui ricavato mi è stato devoluto.
Mi hanno dedicato un calendario e consegnato una targa in segno di solidarietà.
Non dimenticherò mai anche l’attenzione che L’AQUILA CALCIO mi ha rivolto: appena una settimana dopo l’incidente, mi ha fatto recapitare in ospedale, con gli auspici di una buona guarigione, il gagliardetto della squadra, la maglia ufficiale,un abbonamento ed un pallone.
All’inizio pensavo di non meritare tanto affetto, poi ho capito di far parte di una famiglia straordinaria che esula da tutte le brutture che si dicono e si scrovono su noi ultras.
Gli ultras che ho conosciuto nel profondo sono quelli che mi hanno teso una mano e che hanno tifato sugli spalti perchè io ce la facessi; sono quelli che spesso ci hanno comperato la spesa trovando sempre parole di conforto per mia moglie e di gioia per le mie figlie; sono queli che non hanno mai smesso di aiutarci anche dopo il terremoto del 6 aprile, quando l’emergenza ha colpito anche loro
Gentile redazione, vorrei ringraziare tutti e so che potrei farcela solo se voi mi pubblicaste la presente.
La mia famiglia è debitrice con tantissime persone che desiderano solamente la nostra serenità”.


13 Luglio 2010

Categoria : Dai Lettori
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