Cunicolo intelligente, ma senza un euro
L’Aquila – (G.Col.) – Un cunicolo intelligente, smart se preferite, a croce nel centro storico dell’Aquila: da Porta Napoli alla Fontana Luminosa, e da S.Bernardino a via Roma. Come un cardo e un decumano delle antiche città romane, due strade principali che si incrociano al centro. Il centro erano un tempo, e speriamo tornino ad essere, gli storici Quattro Cantoni. Sotto il pavimento di queste due strade principali, che spaccano in quattro spicchi il centro storico (oggi zona rossa quasi al 100×100), dovrebbero essere realizzati i cunicoli intelligenti per i servizi. Un progetto sicuramente… intelligente, anche se ovvio per qualsiasi mente ragionante. Che però mai nessuno ha voluto davvero.
Cunicolo in che senso? Semplice, una galleria sotterranea in cui trovino collocazione tutti i servizi: corrente, telefono, cablaggio (quando ci sarà davvero), emergenze, acqua, gas e così via. Tutti in una sola galleria facilmente accessibile per ogni tipo di intervento. Basta confusioni e sovrapposizioni di reti. Ecco cos’è, a grandi linee, un cunicolo intelligente. Detto fra parentesi, qualcosa del genere esiste da sempre nelle grandi città americane, e da prima ancora nelle grandi capitali europee. Pensiamo alla metropolitana di Londra, alle fogne di Parigi (I Miserabili…). Si dice che nel sottosuolo della 45/ma strada di New York non vi sia più posto nemmeno per seppellire una matita.
A L’Aquila, tutt’altro discorso: confusione indicibile, mappe perse, stratificazioni di servizi sepolti in epoche diverse. Quante volte abbiamo visto prima l’Enel scavare il suo cunicolo, e poi la Telecom farsi il suo, rompendo l’asfalto appena rifatto. Per non dire di acqua, luce, gas. Grovigli di fili elettrici aerei, fili e tubi fuoriuescenti dall’asfalto, e altre mostruosità alla rinfusa, in una città che non ha mai saputo pensare neppure al minimo indispensabile. Una città senza progetti, senza ordine, senza la minima regola per nessuno. Il terremoto ha maciullato tutto questo e ora, a 15 mesi di tempo, la città è persino ancora buia! Nessuno sa dove e come mettere le mani. Tanto che ci siamo, ha deciso qualcuno, facciamo almeno in centro cunicoli intelligenti. Oggi c’è stata, nel massimo segreto, la seconda riunione sull’argomento, con l’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, l’ing. Pierluigi Caputi (l’uomo dell’acqua regionale), nientemeno che Gaetano Fontana capo della struttura tecnica di missione; e ancora la sovrintendenza ai beni ambientali, il Provveditorato alle opere pubbliche, ingegneri del Comune, CNR, società supertecnologiche che di queste cose ne capiscono, Telecom, Enel Gas, Enel elettricità e quanti altri debbono dire la loro. Pare, appunto, che sia la seconda riunione del genere, sempre nella massima riservatezza. Giornalisti lontani come appestati, che se cominciano a parlare quelli, è la fine. Potrebbero anche chiedere (sono sfrontati) quanto costa tutto ciò, quanto prende Tizio e quanto prende Caio. Stando però a quanto trapelato, per i cunicoli non sono non c’è un euro disponibile, ma neppure un vero progetto, perchè nessuno sa chi debba elaborarlo ed entro quanto tempo. Per la ricostruzione, naturalmente, l’idea è essenziale: chiamiamola idea, perchè pare non vi sia niente di più concreto. Tutti dicono la loro, i cervelloni friggono, i tecnici parlano i loro astrusi linguaggi, i burocrati cominciano a progettare come reallentare tutto e frenare con ridde di permessi, autorizzazioni, carte, e naturalmente soldi. Noi aspettiamo che ci dicano: faremo questo e questo, costerà tanto, cercheremo i soldi dove si trovano, finiremo entro un tempo X. Indetermianto come l’omonimo principio sul quale si basa tutta la meccanica quantistica. O no? (Il palazzo della Provincia, ai Quattro Cantoni, prima che fosse imbracato e puntellato – Sotto i cunicoli di Claudio, per il deflusso delle acque del lago Fucino, l’imbocco ancora visibile)
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