Un’offesa al gonfalone dell’Aquila – Due vigili hanno difeso il vessillo nel parapiglia


L’Aquila – (di Amedeo Esposito) – LO STRAPPO AL “DRAPPO D’ORO” – Quello strappo nella fascia bianca o “pallio” del Gonfalone dell’Aquila, è certamente la “ferita” più profonda inferta alla città che ieri a Roma chiedeva il diritto alla vita. Pochi hanno notato che i due Vigili (portatori dell’insegna cittadina), nella furia del respingimento della polizia (come paladini d’altri tempi) “eroicamente”, hanno difeso il vessillo della libertà secolare della città. Il vulnus che però ha subìto quel “drappo d’oro”, italiano ed aquilano ad un tempo, se facile alla ritessitura, non avrà mai nessuna giustificazione, pur se pronunciata da chi l’ha determinato.
Non già, ovviamente, i giovani carabinieri, poliziotti e finanzieri ai quali avevano ordinato (arroganti ben individuati dirigenti) di usare il manganello anche sul sindaco Cialente che, braccia alzate, e stretta nella mano destra la fascia tricolore, tentava di difendere la sua gente.
Quel “drappo d’oro” tornerà ad essere integro, nella certezza che gli aquilani non verranno mai meno al loro secolare impegno di rispetto delle istituzioni.Stolto, allora, chi pensa che i cittadini dell’Aquila non abbiano la capacità di non lasciarsi corrompere dal bisogno.
La dignità dimostrata ieri a Roma ne è la riprova.


08 Luglio 2010

Categoria : Cronaca
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