Goletta verde di Legambiente, SOS foci: fortemente inquinate 10 delle 11 analizzate
Silvi – Le minacce per il mare e i 125 chilometri di coste abruzzesi arrivano dalle foci di fiumi e corsi d’acqua minori, che rappresentano 11 su 11 dei punti critici rilevati dall’imbarcazione ambientalista. Sono risultate gravemente inquinate 10 foci sulle 11 analizzate. Nella fattispecie si tratta delle foci del fiume Saline, dei torrenti Calvano, Cerrano e Moro e di quelle dei fossi Buonanotte, Cintioni, Concio, Lebba, Riccio e San Lorenzo. Contaminata da inquinamento microbiologico, ma a un livello di guardia più contenuto, anche la foce del torrente Piomba.
Più che un allarme è un bollettino da codice rosso quello lanciato da Goletta Verde – la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo di Consorzio Ecogas e Novamont – a conclusione della tappa abruzzese. Le criticità del mare e delle coste dell’Abruzzo sono state presentate questa mattina a Silvi da: Sebastiano Venneri, Vicepresidente Legambiente, Giorgio Zampetti, Portavoce Goletta Verde, Angelo Di Matteo, Presidente Legambiente Abruzzo, Michele Cassone, Presidente Legambiente Silvi.
Focalizzate sui punti critici, le analisi dei biologici di Goletta Verde hanno evidenziato con campionamenti puntuali una situazione di grave contaminazione e allarmante sofferenza presso lo sbocco a mare dei grandi fiumi, ma anche di piccoli fossi e corsi d’acqua minori. In alcuni casi si tratta di zone in prossimità di tratti di costa balneabili su cui è urgente e prioritario intervenire per tutelare il mare e i bagnanti. Urgente anche intervenire per segnalare in modo puntuale, proprio come prevede la legge, tutti i punti non balneabili. Da una ricerca effettuata da Legambiente Abruzzo, inoltre, è risultato che sul 33% dei fiumi abruzzesi non balneabili non è esposto il cartello di divieto di balneazione prescritto dalla legge, mentre nell’11% dei casi il divieto è poco visibile.
“Il principale indiziato del forte inquinamento microbiologico rilevato nella acque marine abruzzesi – ha spiegato Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde – è l’insufficiente depurazione, messo in crisi anche dall’aumento estivo del carico antropico. Da notare che questa situazione è emersa nonostante questa estate sia entrata in vigore la nuova normativa sulle acque di balneazione, con criteri più permissivi rispetto al precedente Dpr 470/1982. Con il recepimento della nuova direttiva europea che rende più permessivi i criteri per la balneabilità , molte località rischiano di risultare meno inquinate solo perché è cambiata la legge. Al contrario per risolvere definitivamente i problemi di trattamento delle acque reflue, non servono ‘colpi di spugna’ normativi, ma risorse economiche e nuovi cantieri per colmare quel deficit di depurazione, che in Abruzzo lascia più di 360 mila cittadini, pari al 27% del totale, senza un servizio di depurazione”.
Le criticità del quadro depurativo dell’Abruzzo sono in parte legate all’afflusso turistico nei periodi di punta, in parte a reti fognarie e sistemi di depurazioni insufficienti a supportare la depurazione dei reflui urbani. Se la media regionale per il servizio di depurazione è del 72,6%, a livello dei singoli capoluoghi di provincia si registrano livelli di diffusione del servizio significativamente maggiori.
Purtroppo le brutte notizie per questa Regione non si limitano alla insufficiente depurazione, ma arrivano anche dai numerosi illeciti registrati nel mare e sulle coste. Come denunciato dal rapporto Mare Monstrum 2010 di Legambiente, infatti, sono stati registrati anche 120 scarichi illeciti e 62 casi di abusi edilizi sul demanio marittimo. Mettendo in bilancio anche le infrazioni al codice della navigazione, l’Abruzzo ha fatto registrare lungo la linea costiera 210 illeciti, ossia 1,7 per chilometro di costa.
Proprio la sanatoria degli illeciti ha fatto conquistare alla Regione Abruzzo la Bandiera Nera dei nemici del mare assegnata da Goletta Verde. Un poco ambito riconoscimento guadagnato dal Consiglio Regionale che, nella seduta del 15 giugno 2010, ha approvato il condono delle recinzioni degli stabilimenti balneari realizzate senza autorizzazione. Un colpo di spugna passato grazie a un emendamento al Piano demaniale marittimo, che consente di mantenere legittimamente le recinzioni degli stabilimenti sulla spiaggia fino a un’altezza di 180 centimetri. Una decisione che ha scatenato giustamente un’orda di polemiche.
“Un voto segreto espresso su una proposta avanzata da tre consiglieri regionali – denuncia Angelo Di Matteo, Presidente Legambiente Abruzzo -, pensata ad hoc per sanare la situazione di alcuni stabilimenti balneari fuorilegge ha portato ad una scelta considerata nefasta da tutte le principali associazioni ambientaliste, dagli amministratori locali e persino dalle associazioni di categoria. Perché oltre a premiare gli abusivi del litorale, preclude la vista del mare e riduce la libertà di accesso alla spiaggia, avvalorando l’idea della spiaggia come proprietà privata e non come bene comune. Per sanare questo scempio e uscire da questa empasse è quanto mai necessario avviare un percorso partecipato e condiviso di revisione del Piano Demaniale Regionale, che per la sua complessità non può essere emendato a “pezzi” secondo le convenienze politiche del momento.”
Bandiera Nera anche al Comune di Silvi. In questo caso l’Amministrazione ha guadagnato il trofeo dei nemici del mare per una speculazione vista mare sul litorale di Silvi Marina: quella relativa al complesso residenziale “Le Dune”, villaggio turistico in costruzione a pochi metri dalla spiaggia.
“Lungi dall’essere un progetto di pubblica utilità come cerca di sostenere il Comune – commenta Michele Cassone, Presidente Legambiente Silvi – le Dune rappresenta un caso eclatante di speculazione privata travestita da servizio alla collettività . Il complesso residenziale delle Dune prevede, infatti, la realizzazione di una vera e proprio cittadella, con palazzine (fino a sette piani di altezza) adibite ad appartamenti, villette, negozi, servizi, piscine e parcheggi, tutto direttamente affacciato sulla spiaggia. Un progetto che si avvale di un accordo pubblico privato che, rispettando a quanto sembra le leggi, rappresenta per Legambiente una speculazione edilizia in piena regola”.
Per avere buone notizie bisogna guardare alle 12 località regionali premiate con le Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano. Guida che segnala le 364 località costiere di mare che hanno scommesso sulla qualità a trecento sessanta gradi, coniugando l’offerta turistica al rispetto dell’ambiente. Ha conquistato quattro vele il comune di Rocca San Giovanni; tre vele per Lidi di Ortona, Pineto, Roseto degli Abruzzi, San Vito Chietino e Vasto; due vele per Alba Adriatica, Giulianova, Martinsicuro, Silvi, Torino di Sangro e Tortoreto. L’Abruzzo è inoltre una delle regioni in cui è più significativa la presenza di strutture ricettive aderenti all’etichetta ecologica (ecolabel) di Legambiente Turismo, (17 con oltre 4.206 posti letto).
I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità ).
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