“Mozzarelle blu? Ci sono, ma tutti tacciono” – Continua il coverup sull’argomento


Ofena – Il Cospa torna sull’argomento mozzarelle blu, affermando che si so avuti casi anche in provincia dell’Aquila, ma “media e politici tacciono, benchè i giornali on line abbiano ampiamente divulgato la notizia, senza essere smentiti.
“Tramite radio stalla – dice Dino Rossi del Cospa – la nostra stazione radiofonica rudimentale ma a quanto sembra molto più efficace di qualsiasi altro organi di informazione, ci informa su tutto e qualche giorno fa ha emanato una notizia, che ad Avezzano sono state sequestrate altre mozzarelle blu, nonostante gli organi di controllo abbiano garantito il ritiro dai banchi delle catene di distribuzione, come prevede il regolamento 852 e 853 della CE. A quanto pare questo nuovo regolamento continua a non funzionare, visto quello che è accaduto. Sui banchi di alcuni supermercati, a distanza di una settimana abbondante dal primo caso, sono state trovate altre mozzarelle di colore bluastro, mettendo a repentaglio la salute pubblica invece di tutelarla. Questa volta la faccenda è ancora più seria, perché sulle confezioni mancava addirittura il lotto di produzione che comporterà una sanzione amministrativa nei confronti del supermercato interessato, come da regolamento sopracitato, andando a ritroso fino ad arrivare a chi ha omesso le disposizioni del caso, disponendo di conseguenza, la sospensione del bollino CE alla ditta di trasformazione, quindi la chiusura. Questo è il classico caso della rintracciabilità previsto dai regolamenti. Intanto la ditta tedesca continua a lavorare!! (Come da NDR, che noi riportiamo integralmente, del quotidiano online NEW NOTIZIE. IT)“Negli ultimi giorni erano circolate notizie riguardanti lo stop delle esportazioni della Milchwerk Jaeger GmbH, dovute appunto alle pressioni causate dalla mutazione subìta dal prodotto una volta venuto a contatto con l’atmosfera. Oggi però, Hermann Jaeger, AD della suddetta azienda ha dichiarato che “Non c’è mai stato un divieto della produzione di qualsiasi prodotto della Jaeger da parte di qualsiasi autorità, né a Bruxelles, né in Germania, né in Italia” e, altresì, che l’esportazione, anche in Italia, nonostante le resistenze, cercherà di non subire troppe perdite. Jaeger si è detto sicuro della sua mozzarella, dichiarandola come fresca e priva di conservanti, e, a suo dire, l’assunzione del colore blu del formaggio sarebbe colpa di un consumo tardivo da parte dei suoi compratori”. Ma guarda un po’!! va a finire che la colpa ricade sui consumatori che mangiano poche mozzarelle e non su di questo signore che pur di trarre profitto usa pasta congelata, chi sa da quanto tempo, importata dai paesi dell’est. Questo signore, (si fa per dire), racconta solo cazzate, perché le mozzarelle dopo un po’ di tempo diventano gialle e non blu come vuole farci credere. Tanto è vero, che se le mozzarelle vengono estratte dal liquido di governo e messe a contatto con l’aria si possono ottenere delle ottime passite. Caro Hermann Jaeger, puoi prendere in giro la CE ma non il Cospa Abruzzo!! Altre cazzate le spara la Confederazione italiana agricoltori quando dice che i prodotti italiani sono sicuri, forse questi non sanno che anche le nostre industrie utilizzano le paste filate che arrivano dai paesi del’est mescolandole con quel poco latte che si produce in Italia. Per quanto riguarda la tracciabilità, strumento utile al consumatore finale, la CE è ancora in alto mare. Sarà mica per favorire i colossi delle catene di distribuzioni? Nonostante ciò, la stampa locale tace, persino il quotidiano più letto d’Abruzzo, per non parlare dei politici, ai quali non interessa affatto la salute dei loro elettori. Sempre da voci bene informate, la Milchwerk Jaeger ha rifornito a grandi quantità una azienda di trasformazione molisana di cui ancora non si conoscono le generalità, ma lo scopriremo presto. Immaginate per un solo istante se invece delle mozzarelle a diventare blu fossero state le scatolette per alimentare i cani e i gatti, la stampa e gli animalisti avrebbero fatto un grande baccano, tanto da informare anche gli Indios. Ai poveri consumatori per avere un prodotto sano non gli rimane altro che comprare una bufala o una mucca per produrre il latte e quindi fabbricarsi le mozzarelle in casa. La bufala o la mucca la mettono fuori al balcone, la nutrono con i prodotti del supermercato, allo scopo di creare una barriera/filtro tra il mondo della super produzione ed il loro diretto alimento. Mentre per gli allevatori non gli rimane altro che chiudere i battenti o convertire l’allevamento di mucche ad un canile, solo in questo modo potranno risanare il bilancio. Ma torniamo al problema.
Quanti giri faranno le mozzarelle prima di arrivare sulla tavola degli italiani? Bhoo!!! Questa è una domanda che dovrebbero porsi i nostri rappresentanti parlamentari seduti sulle poltrone di Bruxelles.
Le aziende di trasformazione, sono sempre più orientate all’acquisto di questi derivati, allo scopo di abbassare le spese di produzione a discapito dei consumatori. Nel contempo mettono a repentaglio le famiglie dei produttori di latte, in quanto il latte locale viene utilizzato come facciata, facendo credere ai consumatori di acquistare un prodotto caratteristico del posto e fresco. In realtà queste merci che si trovano in commercio, di fresco hanno solo la temperatura delle celle frigo adibite per il trasporto. Il Cospa Abruzzo, più volte ha presentato alla Regione Abruzzo, una proposta di legge che eviti l’utilizzo di etichette con marchi ingannevoli, visto che molto spesso leggiamo sulle confezioni luoghi e nomi legati al nostro territorio, facendo credere al consumatore di acquistare un prodotto del luogo, invece in quei luoghi c’è passato il TIR che ha trasportato la merce nell’azienda di trasformazione. La CE, invece di prevenire e garantire un prodotto salubre, ogni girono sforna regolamenti a favore delle grandi aziende di trasformazioni penalizzando i piccoli artigiani. Infatti, permette ai grandi colossi industriali, di trasformare i prodotti caseari autorizzando ad aggiungere oltre al “LATTE” anche la caseina. In poche parole, basata che ci sia la rintracciabilità per permettere agli organi di controllo di risalire all’origine, le industrie possono utilizzare di tutto per fare le mozzarelle, volendo e se necessario anche il latte: perché no? Cose da pazzi!!!! Quindi, con i regolamenti la CE legalizza ciò che dovrebbe essere vietato. Cosa fanno i nostri adorati e super pagati politici? Assolutamente nulla, visto che anche loro inconsapevolmente hanno contribuito all’approvazione di regolamenti scellerati, senza rendersi conto che quei prodotti vanno a finire nelle loro pance e in quelle dei propri figli, e dei figli dei giornalisti abruzzesi che tacciono”. (Nella foto una delle storiche manifestazioni del Cospa)
(Ndr) – Se Dino Rossi scrive il falso, e se ciò che riferisce nonb risponde al vero oppure non è esatto, perchè le autorità sanitarie (a cominciare dalla ASL dell’Aquila-Avezzano-Sulmona) e la sanità regionale, oppure le associazioni dei commercianti e dei produttori di latticini, insomma qualcuno, non lo dichiarano? Che razza di coverup (peggio di quella sugli UFO…) c’è in questa vicenda? Quali interessi potentissimi?


05 Luglio 2010

Categoria : Cronaca
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