Benedetto e Celestino, l’incontro storico


Sulmona – (di Gianfranco Colacito) – Papa Benedetto XVI e papa Celestino V si sono finalmente incontrati, e forse anche parlati, dopo un lungo “avvicinamento” del pontefice vivente verso il pontefice indimenticabile, ma dimenticato dalla chiesa per molti secoli. Diciamo pure oscurato, messo da parte. Se non lo dicessero mille elementi (anche storici), basterebbe riflettere che nessun papa dopo quello che riposava a Collemaggio assunse mai il nome di Celestino VI. Nessun successore, e non per umiltà della chiesa, bensì per una lunga, sapiente opera di occultamento di colui che badava più allo spirito che alla secolarità. Di colui che scrisse la bolla e stabilì: da ora in avanti, il perdono non si vende, si elargisce a tutti coloro che lo meritano. Anche ai poveracci. Questo, ed altro, bastarono per oscurare Pietro da Morrone, per confinarlo in un’ingiusta etichettatura avallata da Dante Alighieri, per addebitargli equivoche familiarità con quei diavoli-santi dei Templari. Con i quali, è storia, Celestino V ebbe frequentazioni e contatti, non soltanto casuali. Ma qui entreremmo nei misteri di Colllemaggio e dei Cavalieri, e il discorso si farebbe lungo.
L’avvicinamento del papa a Celestino basta e avanza per dare al pontefice vivente un’aura di grandezza spirituale, di coraggio e di cultura storica. Da tedesco che non sa dire ancora “giovani” ma dice “ciovani”, Benedetto diventa, si incammina a diventare, un gran papa, un gran servitore della verità storica e spirituale, che per la chiesa dovrebbe contare. Ma non sempre ha contato. Bene, Benedetto XVI, grazie per la tua visita, dai laici e dai fedeli, che oggi vedono un po’ più chiaro nelle cose dei papi e della chiesa. Celestino V eremita e silenzioso “cercatore di Dio” (parole dette oggi) è quel vecchio forte, legnoso, nerboruto nell’anima (ma anche nel corpo, visto che andò d’inverno a piedi a trovare i Templari in Francia, e non era un ragazzino), che vedeva lontano e – semplicemente – faceva ciò che Cristo aveva fatto prima che chiese e papi arrivassero a guastare (troppo spesso) i principi del bene e del giusto.
(Nella foto Benedetto XVI accanto alle spoglie di Celestino V oggi a Sulmona)


04 Luglio 2010

Categoria : Storia & Cultura
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