Papa: caldo, folla, malori e intemperanze – E per colazione anche la frittata con “olaci”
Sulmona – Il papa, visibilmente stanco anche a causa del caldo torrido (oltre 30 gradi si sentono evidentemente sotto i pesanti paramenti, bianco e verde quello indossato durante l’omelia), si è ritirato versao le 13,45 per un pasto preparato per lui a base di piatti tipici abruzzesi, comprese mozzarelline, fiori di zucca in pastella, frittata di “olaci” o orapi, secondo le denominazioni scelte nelle diverse zone abruzzesi. Spinaci selvatici tipici delle nostre montagne, che si trovano d’estate e si cucinano in mille modi: il più tipico è aggiungerli alla frittata. Dopo la colazione un paio di appuntamenti ancora e alle 17,30 via in elicottero verso il Vaticano. Dopo la fatica sulmonese, Benedetto XVI avrà un periodo di riposo.
In elicottero è giunto il pontefice alle 9,15 circa. Il velivolo ha compiuto un lungo giro sulle pendici del Morrone, e dall’alto il papa ha potuto ammirare i luoghi celestiniani, che in questo periodo non sono però raggiunigibili a causa di una frana. L’atterraggio è avvenuto in perfetto orario nel campo dell’Incoronata, dal quale in papamobile il pontefice ha raggiunto la grande piazza centrale, gremita di folla. Ad attendere il papa il sotto segretario Letta per il governo italiano, il presidente Chiodi e il presidente Pagano per la regione, il sindaco federico, il vescovo Spina, il presidente della provincia Del Corvo, parlamentari (tra i quali la deputata sulmonese Pelino), autorità e sindaci peligni. Il saluto all’ospite lo hanno dato il sindaco Federico e il vescovo Spina, di fronte ad una folla caratterizzata da un mare di cappellini gialli e bianchi (i colori papali) distribuiti a migliaia per difendersi dal Sole. Indossato anche da molte suore, con insolito effetto cromatico. Dopo il discorso del pontefice (di cui abbiamo riferito in precedenza), la celebrazione eucaristica in onore di Celestino V, l’umile grande personaggio al quale Benedetto XVI si rivolge con devozione profonda e particolare, facendone un esempio in nome della “ecclesia spiritualis” vicina a chi soffre, agli ultimi, ai poveri, ai sofferenti, ai senza lavoro, ai precari, ai detenuti. Un chiaro, esaltante riferimento molto caro al papa. Un ritorno verso Celestino e l’umiltà chiaramente indicato dal papa tedesco, che è un importante teologo e sta per pubblicare un atteso libro su Gesù Cristo, prima di tutto con il dono del pallio a Celestino, nella visita alla basilica di Collemaggio a L’Aquila dopo il terremoto. E il rosone di Collemaggio in argento ha voluto donare al papa, aderendo alla sua scelta celestiniana, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, con scelta mirata e meditata.
Il caldo intenso ha provocato diversi malori, soprattutto tra i sacerdoti vestiti di nero e soffocati dalle loro tonache. Diversi di loro sono stati soccorsi dal servizio sanitario, insieme con altre persone.
C’è stato anche qualche momento di apprensione, quando un uomo di 45 anni, giunto da Rosciano, ha tentato di salire sul palco del papa, ma è stato bloccato dalle guardie forestali intervenute fulmineamente. L’uomo è stato identificato. Pare abbia dichiarato di aver tentato di avvicinarsi al pontefice, al quale “voleva parlare”.
(Nella foto papa Benedetto XVI, immagine repertorio)
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