Inchiesta, ora i contolli sul cemento


L’Aquila – L’inchiesta sui crolli e sulle vittime da essi causate nel terremoto del 6 aprile va avanti nonostante le mille difficoltà logistiche e operative: gli uffici giudiziari aquilani sono accampati e situati in ambienti di fortuna. Lo stesso procuratore capo, Alfredo Rossini, è pendolare tra Roma e L’Aquila, ma non si perde certo d’animo. Questa mattina come sempre, cortesemente, non si è sottratto alle cortesi ma incalzanti domande dei cronisti, anche loro spesso accampati in camper e container di fortuna pieni di fili, spine, prese e computer. “Stiamo facendo le perizie, stiamo andando molto bene e tra un po’ manderemo il materiale necessario ai laboratori per il controllo del cemento”. Lo ha detto oggi all’AGI il procuratore Rossini. “In tempi ragionevolmente vicini – ha aggiunto – potremmo fare gia’ gli interogatori e poi tutto il reso”. Il procuratore ha quindi sottolineato che “la ricostruzione documentale riguarda tutti gli stabili in cui sono stati eseguiti i controlli. 140, in tutto, gi stabili sequestrati”. “Noi – ha affermato infine Rossini – abbiamo recuperato e stiamo recuperando tutte le carte di identita’ con gli autori delle opere e le utilizzeremo per i processi”. Da stamani, intanto, gli uomini dela squadra mobile sono impegnati in nuovi sopralluogi di edifici pubblici e privati al centro storico della citta’. I controlli sul cemento – frammenti sequestrati nei crateri degli edifici crollati – si fanno abitualmente, in altri paesi, durante la costruzione dei palazzi, e ripetutamente. Non risulta se nei cantieri dei palazzi crollati, a suo tempo, siano stati eseguiti o meno: in molti casi è trascorso molto tempo ed è difficile appurarlo. Esistono sospetti che il cemento usato non sia sempre stato di qualità ottimale in rapporto alle esigenze statiche degli edifici. E’ questo, secondo molti, il punto cruciale dell’inchiesta.


11 Maggio 2009

Categoria : Cronaca
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