San Salvatore, malumore generalizzato


L’Aquila- A rischio le ferie estive per il personale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Per evitare la chiusura “forzata” di molti reparti la Asl dovrebbe assumere, a tempo determinato, almeno 15 unità infermieristiche e altrettanti ausiliari e tecnici. “Il braccio di ferro con la direzione aziendale continua”, dichiara Gianfranco Giorgi, segretario regionale Cisl, che negli ultimi giorni ha avuto una serie di incontri con il direttore generale, Giancarlo Silveri, “abbiamo ottenuto garanzie verbali sull’assunzione del personale necessario a far fronte all’emergenza estiva, ma siamo in forte ritardo sui tempi. Non è possibile arrivare a luglio senza un piano ferie che consenta ai lavoratori di programmare un periodo di riposo che spetta di diritto. Ferie che, in molti casi, già sono state rifiutate per l’impossibilità di garantire i turni di lavoro”. Da oggi è stata sospesa l’attività nell’Unità operativa di terapia intensiva neonatale del San Salvatore. A rischio anche la Dialisi, dove mancano almeno 5 unità. Un reparto che, solitamente, nel periodo estivo aumentava i posti-letto per far fronte alle esigenze dei turisti. Per consentire la fruizione delle ferie, nel dipartimento di medicina andrebbero assunti almeno 8 lavoratori. Carenze evidenti di personale a lungodegenza e chirurgia, dove è impossibile mandare in ferie gli infermieri. “Le forti problematiche già presenti nei vari dipartimenti del San Salvatore dovute alla carenza di personale”, sottolinea Giorgi, “si sono accentuate nel periodo estivo. E’ inaccettabile che una Asl non si doti di un piano ferie e che le stesse vengano puntualmente negate o rimandate. Il segnale che all’interno della direzione sanitaria sono presenti forti disfunzioni di carattere organizzativo. Senza contare che 5 delle prime 10 unità infermieristiche promesse verranno ripartite, su indicazione del direttore sanitario aziendale, Filippo Colitti, tra Sulmona (2) e Avezzano (3). L’ospedale aquilano, con tali presupposti, è destinato a morire. La Asl deve dire chiaramente se è intenzionata a investire sul San Salvatore in termini economici, strutturali e organizzativi: a tutt’oggi le dichiarazioni di intenti sono rimaste solo sulla carta, senza benefici per l’utenza e i lavoratori. La Cisl è portavoce di un malumore generalizzato che, in assenza di risposte concrete, sfocerà necessariamente nella protesta”.


29 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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