L’opinione – Errori in buona “fide”


(di Carlo Di Stanislao) – In una nota di oggi, pubblicata a sorpresa, la Santa Sede ricorda “alcuni dati oggettivi a tutela della buona fama” della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (ex Propaganda Fide), attualmente al centro di polemiche dopo l’iscrizione nel registro degli indagati da parte dei magistrati di Perugia dell’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, accusato di corruzione per il periodo in cui era a capo della congregazione. Sepe ha negato ogni addebito, sostenendo di aver sempre agito nella massima trasparenza. Sempre oggi Panorama, in un lungo servizio, ci dice che, in fondo, i buoni rapporti fra Sepe, l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi e con l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, hanno fruttato a tutta la Chiesa milioni di euro di finanziamenti per ristrutturazioni e restauri attraverso l’Arcus spa, la Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo di proprietà del ministero dell’Economia e delle finanze, che ne è azionista unico. I destinatari delle somme erogate dalla Arcus (250 milioni di euro tra il 2004 e il 2009 più altri 200 milioni già assegnati per il triennio 2010-2012) sono decisi dal ministero dei Beni culturali insieme con il ministero delle Infrastrutture, previa una verifica tecnica condotta dai funzionari della Arcus, fra cui c’è anche Francesca Nannelli, inquilina di Propaganda fide. E, ancora, occorre ringraziare anche Rocco Bottiglione, amico di Sepe e della Congregazione, utilissimo quando era ministro dei Beni culturali, cioè nel biennio 2005-2006. Nel corso ”degli ultimi anni – si legge nella nota del Vaticano – si è progressivamente fatta strada la consapevolezza della necessità di migliorare la redditività” del patrimonio ”immobiliare e finanziario” di Propaganda Fide e, a questo scopo, ”sono state istituite strutture e procedure tese a garantirne una gestione professionale e in linea con gli standard più avanzati”. La Santa Sede ha annunciato che nel futuro la potente Congregazione avrà “una gestione professionale”, in “linea con gli standard più avanzati”, per evitare “gli errori di valutazione” del passato. “La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ricava le sue risorse principalmente dalla colletta della Giornata Missionaria Mondiale, interamente distribuita tramite le Pontificie Opere Missionarie nazionali, e, in secondo luogo – si legge nella nota vaticana – dai redditi del proprio patrimonio finanziario ed immobiliare”. “Il patrimonio si è formato nel corso dei decenni grazie a numerose donazioni di benefattori di ogni ceto, che hanno inteso lasciare parte dei loro beni a servizio della causa dell’Evangelizzazione”, ricorda il comunicato della Santa Sede. Sempre il Vaticano, poi, rivendica un ottimo “rapporto tra la quantita’ del personale impiegato e le risorse distribuite” dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e dalle Pontificie Opere Missionarie, con “costi di gestione sono di gran lunga inferiori a qualsiasi organizzazione internazionale impegnata nel campo della cooperazione, e cio’ grazie alla collaborazione diretta e gratuita, in tutto il mondo, da parte di Vescovi, Nunziature Apostoliche, organizzazioni cattoliche”.


28 Giugno 2010

Categoria : Dai Lettori
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