Prima il petrolio, ora il metanodotto: l’Abruzzo, un “far west” prostituito ai grandi affaristi?
L’Aquila – Il progettato metanodotto SNAM Foligno-Sulmona, lungo l’Appennino e in Abruzzo lungo la Valle dell’Aterno fino alla Valle Peligna (sede di un impianto di lavorazione e distribuzione del gas), è un’opera da rivedere. Lo hanno chiesto in un incontro con il presidente del consiglio regionale Pagà no e i capigruppo di ogni orientamento politico i comitati contrari e gli ambientalisti. Ma anche chi non è nè in un comitato, nè in organizzazioni ambientaliste, come lo studioso di sismologia Giampaolo Giuliani, il tecnico che da vent’anni tiene sotto osservazioni le variazioni di emissione di gas radon dal sottosuolo. Per Giuliani le variazioni sono da considerare utili come precursori di fenomeni sismici.
Perchè il metanodotto della SNAM è pericoloso? Prima di tutto, perchè non è l’unico. Ne esistono altre di condutture di gas, che attraversano il territorio aternino e aquilano da Nord verso Sud, solcando l’altipiano di Navelli e importanti siti archeologici come Peltuinum, presso Prata e Barisciano. L’Aquilano… ha già dato ad Agip e Snam: molti anni fa la conduttura fu costruita e interrata per decine di chilometri, attraversò e devastò proprio l’area dell’antica città di Peltuinum causando danni irreparabili, e nessuna reazione o campagna di stampa riuscì a fermare la SNAM. Allora l’ambientalismo era balbettante, le autorità comunali timorose e ossequiose verso l’ENI e la SNAM. Non ci fu nulla da fare, la conduttura passò.
Ora se ne ritiene necessaria una seconda tra Foligno e Sulmona. Centinaia di chilometri, e nell’Aquilano proprio lungo il territorio colpito dal sisma dell’aprile 2009, storicamernte sismico e simogenetico, mai quieto.
Tutti si domandano: è il caso di infliggere una seconda ferita alla zona, ed è sicuro un metanodotto in area sismica? A queste domande si chiede si rispondere, e la Regione è chiamata a farlo. Tra petrolio, trivellazioni, permessi di ricerca in mare e terra, e ora metanodotti, cos’è mai l’Abruzzo? Un west incontrollato e in vendita al migliore offerente, un territorio di conquista e di sfruttamento, che peraltro dopo aver tanto dato, non è mai diventato ricco. Anzi, è sempre spopolato e provato da crisi inarrestabili frammiste a eventi catastrofici mal gestiti prima e dopo, case a parte, come nell’Aquilano. (Nelle foto un impianto per il gas e i ruderi imponenti di Peltuinum, sventrati molti anni fa da un metanodotto che fu interrato tra gli edifici archeologici: inutile ogni battaglia di stampa)
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